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Alla ricerca del Buon Natale

Alla ricerca del Buon Natale

– Uffa! Neanche oggi c’è la neve! – si lamentò Dojo subito dopo aver messo il muso
fuori dalla sua tana.
Dojo amava la neve. Quell’anno, però, l’inverno sembrava non voler cominciare
mai. Faceva ancora troppo caldo.
Dogo cercò di scacciare il cattivo umore facendo due passi e mentre camminava
intravide un pezzo di carta sotto a un fungo. Capì subito che si trattava di una di
quelle cose fatte dagli umani che doveva essere volata fin nel bosco.
Gli uomini non facevano mai abbastanza attenzione a dove finissero i loro rifiuti.
Incuriosito Dojo si chinò e prese il foglietto tra le zampe.
Su uno sfondo rosso era disegnato un abete tutto ricoperto di fili splendenti e di luci
abbaglianti ed intorno a lui stavano seduti dei bambini che aprivano sorridenti delle
scatole. Alle loro spalle un uomo grasso e con una lunga barba teneva sulle spalle
un sacco da cui spuntavano degli oggetti. Infine, una grossa scritta gialla
campeggiava in alto: “Buon Natale!”
– Buon Natale? – ripeté Dojo. Non aveva mai sentito parlare di questo Natale.
Che cosa era? Dojo era molto curioso e avrebbe tanto voluto scoprire che cosa
fosse questo Natale che rendeva tutti così felici.
Un rumore di ramoscello spezzato lo riportò alla realtà. Dojo abbassò il muso e
notò la lucertola che si era avvicinata.
– Ah sei tu! Mi avevi spaventato
– Scusa. Non l’ho fatto apposta. Che cosa stai guardando? – chiese il rettile.
Dojo porse alla lucertola il foglietto.
– Sai che cosa sia questo Natale? – chiese lo scoiattolo.
– Certo! – esclamò l’altra.
– Davvero? – la incalzò Dojo raggiante.
– Sì, proprio così. L’albero è il Buon Natale – dichiarò la lucertola.
– Mmmm – mormorò Dojo – Non sono convinto. Secondo me l’albero non è il Buon
Natale.
– Ah ma allora se lo sai tu perchè me lo hai chiesto? – sbottò la lucertola,
permalosa, e scivolò via tra le foglie secche.

Dojo non voleva offendere la lucertola. Eppure sapeva che Buon Natale non poteva
essere un albero. Altrimenti lo avrebbe saputo. Abitava in una foresta e conosceva
tantissimi alberi ma mai aveva sentito parlare di un albero chiamato Buon Natale.
Doveva indagare ancora.
Così, tenendo stretto il pezzo di carta, si mise in cammino alla ricerca di qualcuno
che potesse aiutarlo. Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse
che stava quasi per ruzzolare dentro al ruscello.
– Attento! – disse una voce.
Dojo si riscosse e vide un pesciolino che lo fissava da una piccola pozza.
– Grazie! Stavo quasi per cadere in acqua.
– Eri tutto concentrato a guardare quello che hai tra le zampe. Che cosa è? –
domandò il pesciolino curioso.
– E’ un foglio degli umani che ho trovato nel bosco. Tu sai che cosa sia il Buon
Natale? – domandò avvicinandosi al pesciolino.
– Certo che lo so! – rispose entusiasta il pesce, quasi saltando fuori dall’acqua.
– Davvero? –
– Il Buon Natale sono i regali.
– Sei sicuro? – chiese
– Certo. Lo sanno tutti che il Natale è buono solo se ci sono i regali.
– Mmm – Dojo era poco convinto – Secondo me il Buon Natale non sono i regali
– E allora se sai tutto tu perché me lo hai chiesto? – replicò offeso il pesciolino e si
rituffò in acqua, scomparendo alla vista.
Dojo non voleva far arrabbiare il pesciolino ma davvero non pensava che i regali
potessero essere il Buon Natale.
Perciò decise che avrebbe continuato a cercare. Stava camminando a muso basso
mentre studiava il foglio ma finì per sbattere contro qualcosa.
– Stai attento! – gridò qualcuno.
Dojo alzò il muso e di fronte a sé vide un cinghiale con la bocca piena di terra,
tuberi e ghiande.
– Scusami, ero sovrappensiero.

– Ma guarda dove vai la prossima volta! – bofonchiò il cinghiale mentre ingoiava
mucchi di radici e sassi – Che cosa stavi osservando di così interessante? –
– Stavo studiando questo. Tu per caso sai che cosa è il Buon Natale? – chiese
Dojo, porgendogli il pezzetto di carta.
Il cinghiale smise per un attimo di masticare e osservò il foglio.
– Certo che lo so!
– Davvero!
– Proprio così. Il Buon Natale è il cibo. Ma non lo sai che a Natale si mangiano un
sacco di cose buone?
– Non lo sapevo – ammise Dojo.
– Ah ma non sai cosa ti perdi! A Natale gli umani mettono in tavola ogni genere di
leccornia. C’è da mangiare per settimane! – ridacchiò il cinghiale mentre pezzi di
funghi e ciuffi di felci gli cadevano dalla bocca.
– Mmmm – Dojo non era convinto – Secondo me non è così. Il Buon Natale non
può essere solo il cibo.
– E allora se sai tutto tu perché me lo hai chiesto? – si irritò il cinghiale che, per tutta
risposta, si voltò e si inoltrò nella foresta.
Dojo non voleva indispettire il cinghiale ma non pensava che il Buon Natale fosse il
cibo.
Così continuò a camminare alla ricerca del significato del Buon Natale fino a
quando si rese conto di essersi avvicinato al villaggio degli umani. Intorno a un
piccolo laghetto Dojo scorse alcuni piccoli umani che stavano pulendo la zona,
mettendo nei sacchi tutti i rifiuti che trovavano.
Lo scoiattolo era meravigliato: aveva sempre pensato che gli umani sporcassero la
natura e non credeva che qualcuno di loro, invece, cercasse di tenerla pulita.
Senza pensarci, lo scoiattolo si avvicinò al bordo del lago e prese tra le zampe un
tappo di bottiglia e lo andò a mettere nel sacco.
– Guardate! – disse uno dei piccoli umani – Lo scoiattolo ci sta aiutando a pulire!
– Ma che carino! – risposero gli altri.
Senza badare ai loro commenti lo scoiattolo cominciò a fare avanti e indietro tra il
lago e il sacco, portando ogni volta qualche rifiuto che trovava. I piccoli umani
seguirono l’esempio e insieme fecero rapidamente tornare quel posto pulito come

avrebbe dovuto essere.
– Grazie scoiattolo! Ci hai aiutato un sacco!
– E direi che abbiamo fatto proprio un bel sacco! – commentò una piccola umana
ridendo, sollevando il sacco con i rifiuti raccolti.
– Ora direi che ci meritiamo tutti una bella merenda.
Uno dei piccoli umani tirò fuori dalla tasca una scatolina.
– Guarda, ne ho uno anche per te! – commentò il bambino, porgendo qualcosa allo
scoiattolo.
– Dai prendilo! È un biscotto – lo invitarono i bambini.
Dojo si fece coraggio e afferrò quello che chiamavano biscotto. In pochi morsi lo
consumò fino all’ultima briciola. Mai aveva mangiato qualcosa di così buono.
Dojo avvertì una sensazione strana che mai aveva provato. Non era, però, per il
biscotto. Sentiva caldo e si sentiva felice. Poi improvvisamente capì! Ecco che cosa
era il Natale!
Non era l’albero, non erano i regali, non era il cibo. Il Buon Natale era stare insieme
agli amici per cercare di fare qualcosa di buono per il pianeta e per gli altri.
Finalmente Dojo aveva trovato il senso del Natale.
Salutò i piccoli umani e ritornò nella foresta. Non vedeva l’ora di spiegare anche
alla lucertola, al pesciolino e al cinghiale che cosa fosse veramente il buon Natale.

Di Luca Bollentini

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