Era la vigilia di Natale, e Aurora, una bambina dai capelli castani e mossi che le
incorniciavano il viso paffuto, non riusciva a contenere l’emozione. Dalla finestra della
sua cameretta osservava incantata la neve che scendeva lenta, avvolgendo il mondo in
un morbido abbraccio bianco. Sognava di costruire un castello di neve grande quanto
una casa, ma non poteva immaginare che quella notte avrebbe vissuto un’avventura
straordinaria. Nel giardino, nascosto tra i rami intricati di un vecchio melo, viveva un
folletto speciale. Aveva occhi grandi e luminosi come stelle, un cappello rosso brillante
adornato da minuscole campanelle che tintinnavano dolcemente al vento. Era il Folletto
della Neve di Natale, custode di storie magiche e di una missione molto importante:
portare la gioia del Natale con l’aiuto dei fiocchi di neve.
Mentre Aurora osservava i fiocchi danzare nell’aria, udì una vocina dolce e melodiosa
che le sussurrava: «Ciao, Aurora! È la notte di Natale, vuoi venire con me a vivere
un’avventura magica?» Aurora si voltò, sorpresa, ma non vide nessuno. Seguendo quella
voce misteriosa, si avvicinò alla finestra. Un grande fiocco di neve, più brillante degli
altri, fluttuò fino a lei. Senza esitazione, allungò la mano e, con un soffio di vento, si
ritrovò sospesa nel cielo accanto al folletto.
Insieme volarono leggeri sopra la città addormentata, sorvolando alberi imbiancati e
tetti scintillanti. Le luci natalizie brillavano come stelle, e nell’aria si diffondevano dolci
canti e risate lontane. Presto raggiunsero una foresta incantata, dove gli alberi erano
giganti di ghiaccio e le foglie brillavano come cristalli. Al centro della foresta si trovava
una grande radura, animata da una vivace festa. Scoiattoli musicisti suonavano
strumenti fatti di ghiande, conigli servivano biscotti alla cannella e piccoli uccellini
decoravano un enorme albero di Natale con bacche rosse e fili d’argento. Gli invitati
erano animali e creature magiche di ogni tipo, tutti riuniti per celebrare la notte più
magica dell’anno.
Aurora fu accolta con calore. Ballò con gli scoiattoli, assaggiò una deliziosa cioccolata
calda aromatizzata con bacche di ginepro e ascoltò meravigliose storie raccontate dal
folletto. Ogni fiocco di neve, spiegò il folletto, custodiva un desiderio o un ricordo
speciale. Quella notte, i fiocchi avrebbero esaudito i sogni di chi credeva nella magia del
Natale.
Quando il cielo cominciò a tingersi di rosa, il folletto radunò gli ospiti e rivelò un segreto
straordinario. «Ogni bambino porta nel cuore un piccolo fiocco di neve magico,» spiegò,
«che rappresenta la sua creatività e la sua capacità di sognare.» Si rivolse ad Aurora
con un sorriso: «Il tuo fiocco è speciale. Puoi usarlo per portare gioia e speranza a chi
ti circonda.»
Aurora chiuse gli occhi e immaginò un mondo dove tutti potessero vivere la magia del
Natale. Quando li riaprì, il suo fiocco brillava, diffondendo una luce calda e dorata.
Con un ultimo abbraccio, il folletto accompagnò Aurora a casa, lasciandola sul suo letto
proprio mentre l’alba rischiarava il cielo. Quando si svegliò, trovò un piccolo dono ai
piedi dell’albero: un cristallo di neve che brillava come una stella, il ricordo tangibile
della sua avventura.
Da quel Natale, Aurora non smise mai di credere nella magia. Ogni inverno, al cadere
dei primi fiocchi, sapeva che il folletto era vicino. E ogni volta che aiutava qualcuno a
ritrovare la gioia, sentiva il suo cuore riscaldarsi, proprio come in quella notte speciale.
La leggenda di Aurora e del Folletto della Neve si diffuse, portando luce e speranza
ovunque. E così, il Natale divenne per tutti un momento di meraviglia, dove anche le
cose più piccole potevano nascondere i segreti più grandi.
Di Maria Gulino