C’era una volta, in un angolo lontano del mondo, un luogo incantato chiamato Valle
di Cristallo. Gli alberi erano fatti di ghiaccio trasparente, e i loro rami tintinnavano al
vento come campanelli. Il ruscello della valle scintillava di mille colori, e le
montagne intorno brillavano sotto la luce della luna. Ma nella Valle di Cristallo
nessuno conosceva il Natale.
Gli abitanti della valle, i piccoli Brillini, erano esseri luminosi alti come una tazza di
tè, con grandi occhi luccicanti e minuscoli piedini che facevano “tic tic” quando
camminavano. Passavano le giornate a raccogliere polvere di cristallo per
mantenere accesa la luce della valle, ma non si parlavano mai, non ridevano e non
si aiutavano.
Una notte fredda, sotto un cielo pieno di stelle, accadde qualcosa di straordinario.
Una stella cadente attraversò il cielo con un “ssswwwiiishhh” e atterrò nella valle
con un bagliore dorato. Quando la luce si spense, apparvero due bambini e un
cane.
Carlotta, una bambina di dieci anni dai lunghi capelli castani, si alzò piano,
guardandosi intorno. Dietro di lei c’era il suo fratellino Giulio, di sette anni, con la
sua piccola lanterna spenta in mano, e il loro cane, Bea, che scodinzolava felice.
“Ma dove siamo?” chiese Giulio, strofinandosi gli occhi.
“Non lo so,” rispose Carlotta. “Ma guarda che posto incredibile! Sembra un mondo
di cristallo!”
Bea abbaiò: “Bau, bau!”
Dal bosco, i piccoli Brillini sbirciavano curiosi. Uno di loro, un piccolo essere
luminoso di nome Luma, si fece avanti. “Chi siete voi?” chiese con una vocina
sottile come una campanella.
“Siamo Carlotta e Giulio,” disse la bambina. “E questa è Bea, il nostro cane.”
Luma inclinò la testa. “Un cane? Cos’è un cane?”
“Bea è la nostra amica,” spiegò Giulio, accarezzandole la testa. “È bravissima a
trovare sentieri!”
Bea abbaiò di nuovo, e i suoi occhi scintillarono per un momento. Nessuno ci fece
caso, tranne Luma, che sussurrò: “Che strano… sembra una magia.”
Carlotta osservò i Brillini. “Ma… voi non festeggiate il Natale?”
“Natale? Cos’è?” chiese Luma, spalancando i suoi grandi occhi luminosi.
Giulio batté le mani. “Non sapete cos’è il Natale?! È la festa più bella di tutte! Ci si
riunisce, si canta, si decora un albero, e… ci si vuole bene!”
I Brillini si guardarono confusi. “Non sappiamo fare festa,” disse Luma. “Non
abbiamo mai cantato o decorato nulla.”
Carlotta sorrise. “Allora vi aiuteremo noi. Faremo il primo Natale della Valle di
Cristallo!”
Bea abbaiò, come per dire: “Ottima idea!”
“Per prima cosa,” disse Giulio, “serve un albero di Natale!”
I Brillini li portarono al centro della valle, dove c’era un enorme albero di cristallo. I
suoi rami trasparenti scintillavano alla luce della luna.
“È perfetto!” disse Carlotta.
“Ma come facciamo a decorarlo?” chiese Luma.
Carlotta sorrise. “Possiamo usare quello che troviamo: rami, fiori, ghiaccioli… e un
po’ della vostra luce!”
I Brillini si misero all’opera. Raccoglievano fiori brillanti che facevano “frush frush”,
rametti ghiacciati che scricchiolavano “cric crac” e piccoli cristalli che tintinnavano
come campanelle. Giulio trovò una lunga liana di neve e la avvolse intorno
all’albero, cantando:
“Oh, albero, albero,
brilla insieme a noi!
Ti decoriamo con la luce,
e canteremo poi!”
Bea saltellava felice, cercando rametti con i Brillini, mentre il vento della valle
soffiava dolcemente, facendo “shhh… shhh…”.
Mentre decoravano, Carlotta si accorse che alcune foglie di cristallo erano spente e
il ruscello sembrava bloccato.
“Guardate!” disse la bambina. “La valle è triste. Perché non funziona tutto?”
Luma abbassò la testa. “Noi Brillini pensiamo solo alla nostra luce. Non ci aiutiamo
mai. La valle si è stancata di noi.”
Carlotta si inginocchiò accanto a lui. “Il Natale non è solo decorazioni. È anche
prendersi cura degli altri e lavorare insieme.”
“Ma come possiamo farlo?” chiese un piccolo Brillino, preoccupato.
“È semplice,” disse Giulio. “Faremo una squadra e ci daremo una mano!”
Carlotta e Giulio organizzarono i Brillini. Alcuni pulivano il ruscello, facendo “splish
splash” con i piedini nell’acqua. Altri raccoglievano foglie spente, e Bea le portava a
Luma, che le accendeva con un “puff!” di luce.
Giulio intonò una nuova canzone:
“Lava il ruscello, pulisci le foglie,
dai, lavoriamo, è Natale per noi!
Splende la valle, brilla ogni ramo,
insieme è più bello, dai, lavoriamo!”
I Brillini ridevano e cantavano. Pian piano, la valle tornò a brillare. Il ruscello riprese
a scorrere con un dolce “glu glu glu”, e gli alberi di cristallo tintinnavano al vento.
Quando tutto fu pronto, i Brillini si riunirono attorno all’albero. Le luci danzavano sui
rami, e la valle sembrava un sogno scintillante.
“E ora?” chiese Luma.
“Ora si festeggia!” disse Giulio. “E possiamo scambiarci regali fatti col cuore.”
I Brillini crearono piccoli doni: cristalli intrecciati, fiorellini luminosi e minuscole
lanterne di ghiaccio. Carlotta e Giulio regalarono loro un disegno fatto con rametti e
neve: c’erano tutti i Brillini e Bea sotto l’albero.
Proprio in quel momento, Bea si fermò davanti all’albero e abbaiò forte: “Bau bau!”
Una luce dorata la avvolse, e i suoi occhi scintillarono come stelle.
“Ma… cosa succede?” chiese Giulio.
Dalla luce apparve un’aura magica, e una voce gentile disse: “Io sono Bea,
guardiana del Natale. Sono qui per riportare il Natale dove manca. E voi avete fatto
un lavoro meraviglioso.”
Carlotta e Giulio la guardarono a bocca aperta. “Bea… tu sei magica?”
La cagnolina scodinzolò e abbaiò piano, come per dire: “Sì, e sono molto fiera di
voi!”
Quella notte, la valle brillava come mai prima. I Brillini cantavano e ballavano:
“Natale è qui, Natale è qui,
brilla la valle, cantiamo così!
Tutti insieme siamo felici,
Natale è bello con gli amici!”
Quando la stella cadente tornò per riportare Carlotta, Giulio e Bea a casa, Luma
disse: “Grazie per averci insegnato il Natale. Lo festeggeremo ogni anno!”
Carlotta abbracciò Luma. “Ricordate: il Natale è stare insieme e aiutarsi!”
E così, il Natale arrivò anche nella Valle di Cristallo, portando luce, risate e amore
per sempre.
Di Jacopo Scafaro