Era notte fonda nella cittadina di Luminaria. Le vie odoravano ancora di cannella
per la grande quantità di biscotti preparati per Babbo Natale e canzoni natalizie
riecheggiavano dagli altoparlanti cullando i sogni dei cittadini.
Mentre tutti dormivano, Anna guardava fuori dalla finestra il cielo stellato che
illuminava il bosco di Luminaria, ormai quasi privo di alberi. A un certo punto una
luce bianca, molto luminosa, comparve da un cespuglio del cortiletto di casa. Fu
il tempo di un istante che subito scomparve, ma d’improvviso, eccola riapparire
seguita stavolta da un rumore che sembrava proprio il tintinnio di un
campanellino. Anna, decisa a scoprire di cosa si trattasse, uscì di soppiatto di
casa. Si avvicinò un passo alla volta a quel cespuglio e si accorse che quella
luce intensa proveniva da una famiglia di coniglietti così candidi, così brillanti,
che sembravano piccole gocce di Luna. Quando si accorsero che Anna si stava
avvicinando, scapparono via verso il cuore del bosco, ma nella fuga un
coniglietto perse il suo campanellino rimasto impigliato nel ramo di un arbusto.
Era brillante come un diamante, Anna lo raccolse e senza demordere rincorse
quella famigliola nel cuore del bosco, ma dopo un lungo inseguimento perse le
loro tracce. Il vento soffiava tra le fronde degli alberi producendo crepitii che si
alternavano al bubolare dei gufi appollaiati sugli alberi. Anna era persa e non
aveva idea di cosa fare quando d’un tratto, avvertì un tintinnio provenire in
lontananza, subito dopo un altro, poi un altro ancora e all’improvviso comparvero
luci verdi, rosse, bianche, gialle. Un gruppo di luci verdi le passarono così vicino
che riconobbe subito la lunga coda di quelli che dovevano essere degli scoiattoli.
In un attimo, una marea di luci riempirono il bosco, trasformandolo in un
immenso albero di Natale con i suoi abitanti che si muovevano in perfetta
sintonia, intonando con i loro campanellini Jingle Bells. Quella festa di luci e
melodie durò fino all’alba e con la luce del sole, Anna riconobbe la strada di
casa.
Quando uscì dal sentiero per il bosco, Anna vide il sindaco seguito dal suo
gruppo di taglialegna. Gli corse incontro e lo tirò per il lembo del giaccone
«Signor sindaco, signor sindaco, il bosco è magico l’ho visto, ci sono luci,
canzoni, deve vedere deve vedere!»
Il sindaco non riuscì a trattenere una risata sotto i baffoni che pettinò con le dita
massicce «Certo che è magico tesoro, lo so bene, è magico perché ci dona tutti
questi alberi per celebrare il Natale»
Anna tirò fuori dal taschino del pigiama il campanellino e lo fece tintinnare. Il
suono si propagò nell’aria, ma non accadde nulla. Sconsolata, si guardò intorno
mentre i taglialegna entravano nel bosco con corde, seghe e lacci, pronti a
tagliare altri alberi. Il sindaco le sorrise e le accarezzò il visino «Ma che bel
campanellino, lo hai fatto tu?»
In quel momento il papà e la mamma di Anna accorsero e si catapultarono su di
lei «Dove ti eri cacciata signorina? Adesso vieni con noi!»
Tornati a casa, Anna raccontò tutta la storia ai genitori. La sua mamma scuoteva
il capo restando a braccia conserte, il suo papà invece, restò in silenzio ad
ascoltare la storia. Anna rimase in camera tutto il giorno a fissare quel
campanellino che aveva perso la sua magia, si fece notte senza che se ne
accorgesse. Era ormai rassegnata, quando all’improvviso sentì di nuovo un
campanellino tintinnare. Si precipitò giù dal letto e si affacciò alla finestra, ma dei
coniglietti nessuna traccia. Il tintinnio si ripetè, la porta della sua cameretta si aprì
e il suo papà accese la luce.
«Papà, hai sentito? Dimmi che l’hai sentito anche tu!»
«Anna, vuoi svegliare tutti? Abbassa la voce»
«Papà il campanellino, l’ho sentito!»
«Tesoro lo so, lo so»
Il papà di Anna tirò fuori dal taschino del suo pigiama un campanellino, lo stesso
che lei aveva trovato il giorno precedente.
Anna rimase a bocca aperta «Ma papà… come…»
Il papà di Anna scosse il campanellino «Quando ero piccino come te, anche io
trovai un campanellino, ma quando lo raccontai ai miei genitori non mi
credettero. Ora che il bosco è in pericolo di nuovo, non voglio che tutti gli animali
vadano via, non voglio che la magia finisca»
«Ma cosa possiamo fare?»
Il papà di Anna le prese il cappottino e glielo mise sulle spalle «Se il sindaco non
vuole crederti, allora ci rivolgeremo alla città intera»
Anna e il suo papà uscirono di soppiatto di casa, nel cuore della notte, tra il gelo
e l’oscurità. Arrivati alla sala di controllo dove veniva collegata la musica agli
altoparlanti, il papà di Anna tirò fuori le chiavi e aprì la porta. Anna lo guardò con
occhi di stupore «Papà, sei sicuro? È proibito usare il microfono del sindaco e poi
hai voluto così tanto questo lavoro di responsabile delle canzoni natalizie»
Il suo papà le rispose con un sorriso, scosse un’ultima volta il campanellino e
premette il tasto di accensione del microfono. Anna gli strinse la mano, si mise in
punta di piedi e annunciò «Cittadini di Luminaria, abbiamo un messaggio
importante, io e il mio papà abbiamo preparato una festa nel bosco, una festa
con tante luci, dolci, regali e tanta tanta musica, la festa inizierà tra poco, ci sarà
tutta la città… anche il sindaco!»
Terminata la comunicazione, uscirono dalla sala di controllo e corsero subito
nell’esatto punto in cui Anna si era smarrita il giorno precedente. Il papà ebbe un
sussulto «Quanti pochi alberi sono rimasti…» Alle loro spalle iniziarono a farsi
largo rumori di passi che affondavano nella neve. I cittadini di Luminaria stavano
arrivando.
Anna si voltò, alle loro spalle c’era già una marea di persone. Ora che tutta la
città era lì, lo spettacolo poteva cominciare. Anna e il suo papà agitarono i
campanellini, ma gli fu restituito solo silenzio. Tentarono più e più volte, ma
passati un paio di minuti e con il freddo che si faceva più intenso, le prime
persone iniziarono ad andare via «È solo uno scherzo» si sentiva pronunciare
dalla folla.
«Domani devo anche svegliarmi presto!»
Tra la folla che faceva retromarcia si fece largo il sindaco, ancora in pigiama da
notte. «Cos’è mai questo scherzo!? Chi vi ha dato il permesso di usare il mio
microfono?»
Proprio quando sembrava tutto perso, Anna scosse ancora il campanellino e le
prime luci iniziarono a comparire tra i rami «Eccole, eccole, le vedo!»
Il papà di Anna riprese a scuotere il suo campanellino che iniziò a brillare. Il
sindaco rimase pietrificato, la torcia gli cadde di mano.
Una marea di luci di ogni colore riempì il bosco, i tintinnii si moltiplicarono al ritmo
di Jingle Bells. Gli abitanti restarono tutta la notte a osservare quello spettacolo
così indimenticabile che decisero all’unisono di non tagliare più nessun albero da
quel bosco e che il Natale lo avrebbero festeggiato proprio lì, insieme a tutti gli
animali e in compagnia di quel mistero che avvolgeva il bosco al suono di luci e
canti.
Di Gianmarco Melone