C’era una volta un bambino di otto anni chiamato Damiano, molto affettuoso e basso, che tutti chiamavano Damiano il nano. A causa della sua bassezza, aveva difficoltà a fare tante cose: a prendere frutti dagli alberi; a guardare qualsiasi cosa in lontananza; a camminare a passo svelto; ecc…un suo compagno di scuola di nome Fedro, del tutto diverso da lui, sia fisicamente che caratterialmente, spesso si divertiva a prenderlo in giro. Il povero Damiano non sentendosi capace di reagire ci soffriva tanto. Un pomeriggio, Damiano sentendosi triste si recò a fare una passeggiata nel bosco. Fedro lo seguì. “Damiano è molto basso! Damiano è un piccolo nano! Damiano non è all’altezza di fare niente…”, disse sgarbatamente Fedro a Damiano, causandogli maggiore rabbia e dispiacere. Damiano mantenne la calma e proseguì la sua passeggiata nel bosco. Fedro non si arrese e continuò a seguirlo. Giunsero involontariamente fuori ad una grande casa vecchia e malridotta, da cui fuoriusciva del fumo nero da un camino. Entrambi si fermarono e la osservarono meravigliati. “chi ci abiterà in questa orrenda casa!”, disse Damiano preoccupato. “hai paura, vero? Sei un nano fifone!”, disse scortesemente Fedro a Damiano. Proprio in quel momento la porta d’ingresso della casa fu aperta dall’interno, e contemporaneamente uscì una donna con i capelli lunghi fino ai piedi, completamente sporchi, vestita di nero, con uno strano cappello, ed un naso appuntito. “cosa sentono le mie sporchissime orecchie che non ho mai lavato in tutta la mia vita! La voce di due teneri fanciulli!”, disse malignamente la padrona di casa, che in realtà era una perfida strega di nome Ascania. Damiano restò timidamente in silenzio. “salve signora! Stavamo passeggiando per il bosco e siam finiti involontariamente qui!”, spiegò Fedro ad Ascania, imbarazzato. “ne sono davvero felice! Così posso offrirvi un aperitivo fatto da me!”, comunicò malignamente Ascania. Uscì dalla sua casa e si avvicinò ai bambini, portando con se due tazze con dentro una bevanda particolare. “ecco a voi!”, disse Ascania ad essi consegnandogli le tazze. “grazie! Deve essere molto buona, perché ha un bell’aspetto!”, commentò Fedro contento. Damiano non si fidava di Ascania, perché dallo sguardo capì che non era una donna buona. Approfittando di un suo momento di distrazione, Damiano versò la bevanda in un terreno con dei fiori molto vecchi. “lo so che non è per niente carino quello che ho appena fatto, ma non mi fido di questa donna! Ha un aspetto che non mi piace, in più è un’estranea e non ci si può fidare degli estranei!”, pensò fra se Damiano. Fedro invece bevve tutto ingenuamente in un solo sorso. Nello stesso istante i vecchi fiori diventarono di legno. E un attimo dopo, Fedro si tramutò in un albero parlante. “ma cosa mi succede! Perché sono diventato un albero!”, esclamò Fedro preoccupato. “perché sei caduto nella mia trappola! Hai bevuto la mia bevanda, che in realtà non era altro che un esperimento fatto da me, per trasformare le persone in alberi! Così poi ti posso tagliare con la mia ascia e bruciarti nel fuoco che utilizzo per far bollire il mio enorme pentolone!”, disse arrogantemente Ascania a Fedro. “no, la prego, non mi faccia del male! Mi ritrasformi in umano! Voglio tornare a casa dalla mia mamma!”, urlò Fedro, piangendo, disperato. Ascania invece non fece altro che ridere maliziosamente. “tra un po’ vengo a tagliarti!”, disse Ascania a Fedro, e poi rientrò dentro casa. Damiano, approfittando della sua bassezza si era nascosto dietro a dei cespugli. Fedro non faceva altro che piangere e gridare: “mamma, dove sei!”. Damiano, essendo un bambino di buon cuore provò compassione per Fedro. “anche se è un bambino antipatico, non posso permettere che venga ucciso da quella maledetta strega!”, pensò coscientemente Damiano. “devo trovare un modo per salvarlo!”, aggiunse Damiano. Essendo un bambino altamente fantasioso ebbe un’idea per salvare Fedro. Sempre approfittando della sua bassezza entrò dentro casa di Ascania, passando attraverso un largo buco sul muro. Ascania era nella sua stanza a riposare. Damiano la sentì russare, capì che il sonno era profondo, e approfittò per recarsi nel suo laboratorio, dove vi era un enorme pentolone, ed uno scaffale pieno di bottigline. Le guardò tutte attentamente e lesse ciò che vi era scritto su ognuna di esse. “questa è proprio quella che mi serve!”, pensò Damiano soddisfatto, prendendone una. Senza fare rumore si recò nella stanza di Ascania. Ella era ancora li, e continuava a dormire profondamente. Damiano le si avvicinò camminando in punta di piedi. Giunto al suo fianco, tolse il tappo dalla bottiglina e versò il liquido all’interno di essa nella bocca di Ascania. “ma cosa diavolo succede!”, esclamò Ascania svegliandosi di colpo. “e tu cosa ci fai qui!”, gridò Ascania a Damiano. Damiano mantenne la calma anche in quella occasione. E un attimo dopo, Ascania diventò piccola come un folletto. “maledetto! Mi hai trasformata in una piccola maga, utilizzando una mia pozione magica!”, urlò Ascania infuriata. “calmati! E non fare l’arrogante, perché ora sono il tuo nuovo padrone! Quindi devi fare tutto ciò che ti ordino!”, disse Damiano entusiasta. Ascania sapeva di non avere altra scelta e si calmò. Restò in silenzio stringendo i denti per la rabbia. Damiano le ordinò di seguirlo. Lei obbedì, e insieme uscirono dalla casa. Si avvicinarono a Fedro che stava ancora piangendo disperatamente. “ti ordino di ritrasformarlo in bambino!”, ordinò Damiano ad Ascania. Ascania, continuando a stringere i denti per la rabbia, obbedì all’ordine che Damiano le aveva appena dato e ritrasformò Fedro in bambino. “non ci posso credere! Sono di nuovo il bambino di prima!”, esclamò Fedro felice. Preso dalla felicità corse ad abbracciare Damiano. “mi hai salvato la vita! Sarò per sempre un tuo amico fedele!”, disse teneramente Fedro a Damiano. Damiano fu molto felice di vedere Fedro completamente cambiato. Ascania vedendo tali gesti si innervosì maggiormente. “io odio le persone buone, gentili, ed educate!”, commentò Ascania amareggiata. “dovrai abituarti, perché da oggi in poi vedrai solo persone così!”, disse Damiano ad Ascania. Tornarono tutti e tre insieme al loro paese. Fedro raccontò a tutti di essere stato vittima di una perfida strega e poi salvato dal suo nuovo amico Damiano. E da quel giorno Damiano fu amato e ammirato da tutti. Ogni volta che qualcuno aveva un problema non esitava a rivolgersi a lui. Una mattina un contadino lo chiamò perché le piante della sua terra si erano quasi tutte completamente seccate. “non c’è problema, penso io a risolvere la situazione!”, disse Damiano al contadino. “ti ordino di far guarire le piante!”, ordinò Damiano ad Ascania. Ascania controvoglia fece un incantesimo e le piante guarirono. “è un miracolo!”, commentò gioiosamente il contadino. Un attimo dopo, Damiano fu chiamato da una donna in ospedale. Damiano capì che aveva bisogno di un aiuto importante e corse subito da lei. “il mio bambino sta molto male! Non so cosa fare per farlo guarire!”, disse la signora a Damiano, piangendo. “fai guarire immediatamente quel bambino!”, impose Damiano ad Ascania. Ascania si morse un dito e poi fece un incantesimo che fece guarire il bambino. La madre passò dal piangere disperata ad essere allegra e sorridente. E abbracciò sia Damiano che suo figlio appena guarito. E continuarono a vivere per il resto della vita tutti felici e contenti. Specialmente Damiano che fu sempre amato e rispettato.
Di Walter Daniele
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