Il fantasma felice - Ocarina Player
icon

Contatti

[email protected]

Sindbad Srl
Via Giano della Bella, 23
50124 Firenze

Shopping bag (0)

Nessun prodotto nel carrello.

icon
0

Il fantasma felice

Il fantasma felice

Travestiti da scheletri, Paolo e Luca si incamminarono lungo il viale. Le case erano addobbate con zucche, fantasmi e streghe.
«Perché non hai portato un cestino? Adesso dove metteremo i dolcetti?», chiese Paolo.
«Basta con questa caccia ai dolcetti! Halloween è la notte più paurosa dell’anno e dobbiamo inventarci qualcosa di veramente pauroso», rispose Luca. «Cosa vuoi fare?», domandò Paolo, un po’ intimorito.
«Te lo dico subito, se hai paura è meglio che torni a casa!», disse Luca. «Ma quale paura? Andiamo pure dove vuoi», rispose Paolo.
Luca sorrise e imboccò una stradina isolata. Tutto intorno era buio, allora accesero le torce. Paolo cominciò ad avere davvero paura, ma per vergogna non disse nulla. Dopo pochi passi si ritrovarono di fronte a una strana casa grigia, con porte e finestre rotte.
«Su, dai, entriamo», suggerì Luca.
«Sei impazzito? Non si entra a casa degli altri senza permesso», sussurrò Paolo, guardandosi intorno.
«Non capisci che la casa è disabitata? Il portone principale è sfondato, vedi?». Così dicendo, Luca entrò in quella casa. Paolo lo seguì, stringendo forte la torcia fra le mani. Spaventati dalla luce improvvisa, una moltitudine di piccoli pipistrelli svolazzarono nell’ingresso. I bambini saltarono in aria dalla paura.
«Dai, torniamo indietro. Non c’è niente da vedere in questa casa», borbottò Paolo. «Te lo ripeto, se non te la senti puoi sempre tirarti indietro. Io sono sicuro: voglio vivere un’avventura paurosa, altrimenti che notte di Halloween sarebbe?», disse Luca.
«Spiegami almeno perché siamo venuti qui, cosa ti aspetti di trovare in questo posto?», gli chiese Paolo.
«Si racconta che in questa casa viva un fantasma molto spaventoso. Un fantasma vero, hai capito? Non quei fantasmi finti che si comprano nei negozi di giocattoli», rispose Luca, in preda all’entusiasmo.
Paolo deglutì, non molto convinto. Allora Luca lo afferrò per un braccio e si diresse
nella prima stanza. Sentirono il vecchio pavimento scricchiolare e rabbrividirono. La stanza era vuota, piena di polvere e ragnatele.
«Andiamo via», mormorò Paolo.
«Sshhh! Mi sembra di sentire dei passi al piano di sopra», lo zittì Luca. Paolo restò immobile per qualche secondo, fino a quando vide una fitta ragnatela che pendeva proprio davanti al suo naso. All’improvviso, un grosso ragno nero iniziò ad avvicinarsi minaccioso. Paolo strillò con tutto il fiato che aveva in gola e corse verso le scale. La paura dei ragni era talmente forte che Paolo non si rese conto di essere salito al primo piano della casa. Luca lo seguì divertito. S’infilarono nella prima camera che trovarono aperta. La porta si richiuse dietro le loro spalle, sbattendo così forte da far tremare le pareti. Stavolta anche Luca si spaventò a morte. Udirono i battiti di un orologio, un cigolio di catene, poi un rumore di passi. «Ammetto di avere avuto una pessima idea…sarebbe stato meglio andare in giro a fare dolcetto o scherzetto!», disse Luca sottovoce.
«Dobbiamo uscire fuori da qui!», bisbigliò Paolo. Aprirono la porta e si precipitarono verso le scale, ma una luce bianca in fondo al corridoio attirò la loro attenzione. «E lì cosa c’è?», chiese Paolo.
«Cosa fai, adesso? Ti lasci prendere dalla curiosità? Scappiamo, forza!», implorò Luca.
«Hai insistito così tanto, adesso fai il fifone?», chiese Paolo divertito. La curiosità era diventata più forte della paura. Si avviarono piano verso quella luce. Più si avvicinavano, più sentivano freddo. Di colpo lo videro: era proprio un fantasma. Non aveva indosso il classico lenzuolo bianco, era bensì avvolto da una luce scintillante. Aveva gli occhi fluorescenti e sembrava non essersi accorto di loro, assorto davanti a una tela. Il fantasma aveva un pennello in una mano e una tavolozza nell’altra: stava dipingendo un prato fiorito. I due bambini non credevano ai propri occhi.
«Ma tu sei proprio un fantasma?», chiese Paolo.
Il fantasma si girò e disse di sì, poi tornò a dipingere.
«E cosa fai qui? Dovresti andartene in giro a spaventare la gente!», intervenne Luca.
«E chi lo ha deciso?», chiese il fantasma. I bambini si guardarono increduli.
«Tutti lo hanno deciso, è la notte di Halloween!», rispose Paolo. «Mi spiace per voi, ma io non faccio ciò che mi chiedono gli altri», disse il fantasma, senza smettere di dipingere.
«Ma sei un fantasma! Dovresti quantomeno farci spaventare!», disse Luca. «E chi lo ha deciso?», chiese il fantasma.
«Tutti! Tutti i fantasmi hanno il compito di spaventare la gente…», rispose Paolo. «Io sono un fantasma che non ama spaventare la gente. Io sono felice solo se dipingo. Non m’interessa ciò che la gente si aspetta da me, voglio essere felice e basta». Il fantasma si voltò verso la sua tela e continuò a dipingere.

Di Caterina Falciglia

Per votare questa fiaba sulla pagina Facebook di Ocarina, inserisci il titolo nei commenti qui

Condividi la fiaba su