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Il Natale di Fiocco di Neve

Il Natale di Fiocco di Neve

Questa magica storia è ambientata
nel paese di Nuvoletta Gelata.
Qui Fiocco di Neve, in ghiacciati castelli,
viveva tranquillo con i suoi fratelli,
viveva tranquillo col babbo e la mamma,
viveva giocando su prati di panna.
Finché un giorno disse: «Non ve lo nascondo…
Vorrei tanto partire per scoprire il mondo!».
Aveva saputo di una festa speciale
che gli umani chiamavano Santo Natale.
«Che cosa faranno? Son proprio curioso,
e anche se il viaggio sarà faticoso
e dopo, al ritorno, non sarò più bianco
ma sporco, ma grigio, e pure un po’ stanco,
vi dico, vi avverto, vi informo, vi avviso,
che domani parto, ormai ho deciso».
Così preparò la valigia in gran fretta
infilandoci dentro una sola maglietta.
«Giù sotto farà di sicuro un gran caldo»,
pensava il fiocchetto sicuro e spavaldo.
Imboccò il sentiero di “Via della Neve”

e scese nel cielo volteggiando lieve.
Gridò alla sua nuvola, ormai già lontana,
«Ritornerò presto, tra una settimana!».
Volteggiò felice per più di un giorno
con tanti altri fiocchi a danzargli intorno,
quando si appoggiò sopra un gran davanzale
era il pomeriggio della Vigilia di Natale.
«Che bella questa casa», pensava emozionato,
«e dentro c’è perfino un grande abete illuminato.
C’è un gatto assai peloso e ci sono tre bambine
che sopra l’alberello mettono tante lampadine».
Poi calò il buio fitto in quel mondo di panna
e Fiocco di Neve si mise a far la nanna.
Finché nel cuore della notte si sentì un rumorino:
un grosso omone rosso spuntò fuori dal camino.
Era tutto trafelato, in spalla aveva alcuni sacchi,
li apriva e poi veloce tirava fuori tanti pacchi.
I doni avrebbero reso le bimbe molto liete,
e lui li dispose tutti ai piedi dell’abete.
Poi prima che si accendessero le luci del mattino
veloce si arrampicò di nuovo nel camino.
Il mattino dopo la famiglia fu presto desta,

e alla vista dei regali si fece una gran festa.
Fiocco di Neve sentì che quell’omone speciale
aveva un nome ed un cognome, era Babbo Natale.
In casa erano tutti allegri e assai contenti,
cominciarono ad arrivare un sacco di parenti.
C’era chi portava un dolce, chi un omaggio floreale,
e in compagnia trascorsero il giorno di Natale.
Dunque il Natale è questo, è fare festa insieme,
dell’affetto e dell’amore veder germogliare il seme,
condividere ricordi, costruire dei progetti,
ricevere un pensiero da chi meno te l’aspetti.
Mentre osservava i più piccoli giocare coi balocchi
fu raggiunto sul davanzale da tantissimi altri fiocchi.
«Che meraviglia, che bella sorpresa è questa!»,
si dicevano l’un l’altro facendosi una gran festa
e chiamavano anche gli altri che arrivavano dal cielo
finché tutto il davanzale fu coperto da un bianco velo.
I bimbi nella casa e anche i loro parenti
della loro presenza sembravano contenti.
Urlavano di gioia, battevano le mani.
mentre i fiocchi pensavano: «Che strani questi umani!».
E scoprirono che la loro coltre bianca e lieve

quaggiù sulla Terra veniva chiamata Neve.
Il tempo passava in fretta, la settimana era volata
e il biglietto del suo viaggio non era di sola andata.
Dopo aver trascorso sul davanzale ancora un giorno
Fiocco decise che era giunto il momento del ritorno.
Era molto felice e soddisfatto del suo viaggio
anche se ciò che aveva visto era un solo un breve assaggio,
«Tornerò di nuovo», disse in quella mattina grigia,
salutò gli amici fiocchi ed afferrò la sua la valigia.
Trovò un raggio di sole e ci si aggrappò in fretta
e dopo poche ore giunse sulla nuvoletta.
I suoi amici curiosi gli si fecero intorno:
volevano sapere tutto, di ogni ora e di ogni giorno.
C’erano proprio tutti, dalla rugiada alla brina,
c’era la grandine, il vento e la fitta nebbiolina.
Lui raccontò la sua avventura, partendo dall’inizio,
tenendo sopra il palco un lunghissimo comizio.
Parlò di pranzi e cene, di parenti e panettoni
e di dolci e di regali per tutti i bimbi buoni.
«Ma la cosa più importante di tutte, badate bene,
non sono i beni materiali ma il fatto di stare insieme,
di ritrovarsi a festeggiare con tutta la famiglia

circondati dall’amore, è questa la meraviglia».
E terminò il discorso dicendo: «Per finire,
sul Natale abbiamo ancora molte cose da scoprire.
Ci sono stato troppo poco perché il tempo è tiranno,
ma tornerò sulla terra anche il prossimo anno».

Monica Sorti

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