C’era una volta, in cima a una collina, una coccinella di nome Gemma che viveva insieme alle
sue sorelle nel castello di papà Re Cocci e di mamma Regina Nella.
Gemma, a differenza delle sue sorelle e delle altre coccinelle, era nata tutta rossa senza
puntini. A scuola la chiamavano Pomodorina. Gemma si sentiva triste e sola. Anche se la
mamma e il papà non le avevano mai fatto mancare nulla e l’avevano sempre amata come le
sorelle, lei sapeva di essere diversa.
Un giorno Gemma, era la vigilia di Natale, indossò sciarpa e cappello e volò fuori dal castello.
Nevicava e faceva un gran freddo.
Si guardò intorno e vide che tutte le piccole coccinelle come lei giocavano divertite sulla neve.
Anche lei avrebbe voluto giocare ma nessuno osava avvicinarsi troppo a Pomodorina.
“Hai già ricevuto il tuo regalo?” disse all’improvviso una voce alle spalle di Gemma.
Gemma si voltò e vide un’anziana coccinella con la barba bianca, il cappello rosso e un
grande sacco in spalla.
“Sei Babbo Coccinella?”.
“Sì, mi chiamano così…”.
Gemma guardò felice Babbo Coccinella. Tutti aspettavano la vigilia di Natale per ricevere un
suo dono ma nessuno lo aveva mai visto di persona. Perciò Gemma si sentì fortunata.
“Ho ricevuto un regalo ma non è quello che desideravo”.
“Cosa ti ho fatto trovare quest’anno sotto l’albero?”.
“Uno zaino per la scuola, ma…”.
“Ma non è quello che volevi…Cosa desideri?”.
“Essere una coccinella normale”.
“Che vuol dire normale? Tu sei già una coccinella normale” disse Babbo Coccinella.
“Intendo come le altre. Vedi? Io non ho i puntini, sono diversa”.
Allora Babbo Coccinella sorrise. Si tolse il cappotto rosso che indossava e scoprì il suo corpo
e le sue ali. Gemma si accorse che Babbo Coccinella era tutto blu.
“Sei blu senza puntini?” chiese Gemma.
“Sono blu senza puntini”.
Gemma sorpresa corse ad abbracciare Babbo Coccinella.
“Credevo di essere sola al mondo”.
“Non sei sola. Vedi, piccola, essere diversa significa essere unica. Anche le coccinelle rosse
con i puntini neri sono diverse tra loro. Ciò che è importante è la bontà che hai nel cuore. Tu
non sei meno importante degli altri. Quelli come me o te possono fare grandi cose, possono
amare ed essere amate”.
“Ma io non piaccio a nessuno. Mi chiamano Pomodorina”.
“Pomodorina? È un nome buffo. Quando ti chiamano così dovresti ridere, non arrabbiarti…”
“Davvero?”.
“Davvero… Allora cosa desideri?”.
“Be, io… Forse una slitta, una slitta vera”.
Babbo Coccinella mise le zampette nel sacco e tirò fuori una piccola slitta nera. Gemma
restò senza parole. Come aveva fatto a entrare una slitta in quel sacco?
“Anche se hai già ricevuto un regalo, quest’anno ne meriti un altro. Ecco la tua slitta”.
Gemma scoppiò a piangere per la felicità e scoprì così che anche la felicità può far venire le
lacrime agli occhi.
“Grazie” sussurrò.
Quando tornò al castello, Gemma raccontò tutto alla mamma, al papà e alle sorelle. Disse
che Babbo Coccinella era proprio come lei, senza puntini. Poi invitò tutti ad uscire e a salire
sulla sua slitta nuova di zecca. Gemma passò la vigilia di Natale più bella della sua vita, si
divertì un mondo e capì quanto la sua famiglia in realtà l’avesse sempre amata anche per la
sua straordinaria diversità.
Di Sabrina Ferri