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Il Natale di Tang

Il Natale di Tang

Era un Natale di tanti anni fa, non ricordo con precisione che anno fosse, ma sono
passati tanti e tanti anni da quel mese di dicembre. In quel freddo inverno Tang, un
bambino Cinese di sette anni aspettava Babbo Natale.
Sapete bambini, Babbo Natale passa anche nella lontana Cina e percorre migliaia
e migliaia di chilometri con la sua slitta trainata dalle renne per portare ai bimbi
buoni di tutto il mondo i doni che hanno chiesto.
Tang aveva tanti compiti per le vacanze da svolgere e siccome non era bravo in
matematica era preoccupato specialmente per quelli di geometria, doveva calcolare
tanti perimetri aree e volumi durante quei giorni di festa e disegnare tante figure
geometriche e angoli col goniometro, lo strumento per disegnare e misurare gli
angoli ed a lui questo proprio non piaceva. Lui amava tanto la natura e gli animali
e da grande voleva fare il veterinario, solo che il villaggio dove abitava era molto
lontano dalle scuole più importanti della regione e raggiungere le scuole superiori
era difficilissimo, ma i suoi lo avrebbero accontentato sicuramente, almeno lo
avrebbero fatto provare.
Quella notte di Natale Tang promise alla mamma e anche a Gesù Bambino di
essere buono con i genitori, i nonni, gli zii, i cuginetti e gli amichetti e anche con la
maestra Chang e la maestra Sung una di Cinese e l’altra di matematica poi andò a
letto in attesa della festa più importante dell’anno il Natale.
Si svegliò di buon mattino, quando fuori era ancora buio per vedere che cosa aveva
lasciato Babbo Natale sotto il camino di cucina.
C’era di tutto, quell’anno l’uomo vestito di rosso, venuto da lontano aveva portato
ogni genere di giocattoli, soprattutto quella macchinina telecomandata della polizia
Americana che Tang aspettava da un mese, da quando aveva scritto la sua
letterina, poi dolciumi Europei, incartati in carte coloratissime che lui non aveva mai
visto e ogni genere di leccornia.
Si vestì e sfidando la neve che a quelle latitudini cade copiosa andò a messa in una
piccola chiesetta di mattoni rossi nel centro del suo villaggio.
All’uscita dalla messa, allietata da canti di Natale locali, Tang incontrò nella piazza
della piccola chiesetta i suoi compagni di classe e giocarono tutti a palle di neve,

faceva molto molto freddo ma Tang come tutti i bambini del villaggio era
contentissimo quando nevicava. La neve era la cosa che gli piaceva di più
dell’inverno. La pioggia invece non la poteva proprio sopportare e lì in inverno
quando non nevicava pioveva, continuava a piovere per giorni e giorni, le strade
sembravano fiumi e viaggiare in macchina era difficile così gli abitanti del villaggio
se ne stavano tutti in casa.
Cosa faceva Tang quando pioveva?
Cari bambini lui scriveva favole che poi faceva leggere ai suoi amichetti ai suoi
compagni di scuola e anche alle maestre.
Parlavano di un mondo migliore più giusto per tutti. Tang usava come personaggi
gli animali della sua terra, soprattutto i panda, animali minacciati dall’estinzione.
Cosa amava di più del Natale Tang? Mi chiederete.
Stare con i nonni e poi con gli zii, le zie ed i cuginetti che abitavano lontano e che
lui non vedeva mai, tranne che per il grande pranzo di Natale. La Cina cari bambini
non è come l’Italia è molto molto più grande e le distanze da una città all’altra a
volte sono enormi.
A Natale gli zii ed i cuginetti di Tang che abitavano lontanissimo prendevano l’aereo
ed andavano tutti a casa sua, la mamma preparava il pranzo a base di riso alla
cantonese involtini primavera, ravioli al vapore, anatra laccata e dolci a base di
miele e frutta secca quello era il pranzo della festa. Poi i grandi bevevano vino e
liquori a base di riso e di soia e lui beveva una specie di Coca Cola Cinese, un
intruglio molto dolce ma solo a Natale non sempre come voi bambini Italiani.
Durante quel pranzo si parlava e si scherzava poi dopo ave mangiato si giocava a
carte, a tombola,a dama al mercante in fiera e si passava un pomeriggio in allegria
con il caminetto acceso.
Tang era felice era il giorno dell’amicizia, dello stare insieme non solo del grande
pranzo e dei regali, gli zii arrivano carichi di pacchetti e pacchettini ma sopratutto
dei giochi, delle parole, delle canzoni, delle risate.
Quella notte di Natale Tang aveva espresso il suo desiderio “voglio diventare
veterinario,” l’aveva scritto in un bigliettino che aveva messo sotto il piatto della
mamma insieme alla letterina per il grande pranzo di Natale, la mamma aveva
detto piano “ci penseremo.”

Passarono gli anni ed i Natali, ma Babbo Natale passò sempre a casa di Tang a
portare i suoi doni. Arrivò il momento in cui Tang entrò alla scuola superiore, non
era più un bambino ma un ragazzino vispo e furbo.
Si svegliava presto per raggiungere la scuola, ma non si dava per vinto e la
frequentava con ottimi voti.
Dopo la scuola senza paura andò all’università, lasciò il suo villaggio per vivere in
città con altri giovani.
Quando si sentì vicino al suo traguardo il giorno di Natale, il giovane Tang scrisse
alla mamma:
“grazie per avermi permesso di studiare.”
Quel desiderio espresso da Tang in un giorno di Natale di tanti anni prima, si stava
finalmente avverando e l’anno successivo poco prima di Natale Tang diventò
veterinario ed aprì il suo studio nel suo villaggio. Non avrebbe mai dimenticato quel
Natale di tanti anni prima in cui aveva scritto quel biglietto alla mamma in occasione
di quel grande pranzo. Ora il suo desiderio si era finalmente avverato.
Cari bambini i desideri che si esprimono a Natale diventano realtà.

Di Claudio Lucchesi

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