Sono appena le 4:30 del mattino, è ancora buio e silenzioso; la neve, fuori
dalla casetta di legno deliziosamente decorata in stile natalizio, è alle più gelide
temperature.
Mi sveglio di soprassalto, sudato e affannato e sconvolto da un presentimento:
«Ho ricevuto pochissime lettere!».
Non posso attendere fino a domattina, devo costatare se il sogno sia reale o
irreale e andare a contare le lettere.
Devo muovermi senza svegliare gli elfi che innescherebbero un fracasso,
interrogandomi con tutte le domande possibili e immaginabili:
«Babbo Natale, cos’hai?»
«Babbo Natale, ti senti male?»
«Babbo Natale, è già mattina?»
«Babbo Natale, non ti devi affaticare, perché non torni a letto?»
Anche se solo alzarmi dal materasso e combattere contro lo stridulo cigolio
delle molle del letto non è facile, non temo alcuna sfida: non vi dico che abilità
e che leggiadria (ma anche che faticaccia!) ho messo in campo durante il mio
ardito numero di contorsionismo, tuttavia, in una manciata di minuti, riesco
finalmente ad appoggiare le piante dei piedi a terra.
Con le mosse successive mi vesto: prima, come una libellula nella stagione
degli amori, calzo le ciabatte di ermellino, confezionate dal mio amico Erm, che
ha la passione di spazzolare quotidianamente se stesso e tutti i membri della
sua famiglia e, con il pelo conservato, confeziona prodotti tessili di gran pregio;
poi, come un impeccabile ballerino di capoeira, indosso il kimono orimono di
lana, ricevuto come regalo di benvenuto in Giappone e rammento le danze, i
colori e la suggestiva atmosfera della festa delle lanterne.
La mia vita è così: ogni minuto un ricordo!
Mi avvio verso lo studio, dove posso muovermi più serenamente.
Prima di tutto, prendo un analgesico e bevo un bicchier d’acqua, sperando che
il mal di testa si calmi.
Mi siedo alla scrivania, afferro le buste e conto le letterine: poche!
Accendo il computer e conto le mail: poche!
Rovisto nei sacchi e conto le letterine: poche!
Accendo il cellulare e conto i messaggi sui social: pochi!
Sto quasi per svenire.
«Il sogno ti ha comunicato una triste verità, la magia del Natale si sta
estinguendo, Babbo Natale sta morendo. Devi necessariamente rimediare», mi
suggerisce la mia anima red, ma subito, sento la voce della mia anima green
che bofonchia: «Il sogno ti ha comunicato una felice verità, finalmente Babbo
Natale non è più costretto a lavorare in continuazione e si può prendere una
meritata vacanza… per sempre!».
Dovete sapere che dentro di me, c’è una lotta perpetua tra Nataly e Grinchy,
tra una creatura dalla lunga chioma fluente e rossa come una fiamma, gentile,
pacifica e simpatica e un esseraccio verde, spelacchiato, scorbutico,
maleducato e antipatico. Quando cominciano a litigare, mi viene un mal di
testa fortissimo.
Cerco di concentrarmi sulla soluzione al problema, ma una fitta alla tempia
sinistra mi stordisce e mi accascio sul piano della scrivania: sogno di nuovo, o,
forse, odo la voce di Nataly, che difende il Natale, come la festa più magica
dell’anno, un evento così potente da eliminare tutte le contese, un’occasione
così energica e luminosa da far riaccendere le anime spente e desiderose
d’amore. Poco dopo, mi sveglio, il dolore è sparito e la voce di Nataly mi
sussurra: «Grinchy si è arreso, per il momento. Ho scommesso con lui che tu
troverai un influencer e risolverai la situazione. Lui non ci crede, ma io sì. E
tu?»
Rifletto che i tempi sono cambiati, che le giornate trascorrono in fretta, che i
bambini e le bambine sanno quel che vedono e non quel che provano; le
emozioni sono un privilegio per pochi e le tradizioni per pochissimi. Forse è ora
di modernizzare la pratica del passaparola; provo un pizzico di delusione, ma
ho intenzione di dimostrare a tutti i Grinchy del mondo che le Nataly sono
vincitrici.
L’alba si sta affacciando sul nuovo giorno e suona il campanaccio azionato da
un sofisticatissimo meccanismo di pesi e ingranaggi: la casa e tutti i suoi
abitanti si svegliano. Un brusio allegro e colorato è interrotto improvvisamente
dal suono del mio campanellino. Tutto il comitato degli elfi si schiera davanti a
me; con coraggio e schiettezza espongo il problema e comunico la soluzione
suggerita da Nataly. Penso che ci rimarranno male e invece… applausi,
capriole, lanci in aria di sciarpe, cappelli e anche di un mutandone, destinato al
cesto dei panni sporchi, dimostrano che gli elfi non sono poi tanto tristi. A
turno, prendono la parola:
«Finalmente, possiamo sfruttare il mio canale YouTube, Mag’Elfo, i miei trucchi
attireranno l’attenzione su di te!»
«Bene, così ti posso raccontare della mia esperienza di Nano-Influencer e ci
sarà una valanga di vantaggi!»
«Meglio tardi che mai, è tempo di parlare un linguaggio “piùgggiovane”, parola
di Elfo Scialla!»
«Io sono cliccatissima su Instagram per le mie pettinature fashionissime, ti
sarei di aiutissimo, Babbissimo Natalissimo!» avanza Madama Elfa.
«Non ti preoccupare, ho già pronta una slitta di storie natalizie della
buonanotte sulla mia pagina FB» propone Elfa Madrina.
«Da tempo, Babbo Natale, studio il mercato, le statistiche e ho messo a punto
una strategia di influencer marketing che risulterà decisiva, vedrai!» suggerisce
con aplomb Elfo Nobel.
Non mi aspettavo un tale entusiasmo e sono felice perché capisco di essere in
buone mani; una lacrima di malinconia, tuttavia, scende dai miei occhi e viene
assorbita dalla mia folta barba candida e pettinata. Ma la novità non deve
vincere sulla tradizione, entrambe possono collaborare: «Se amalgamo un
cucchiaio di novità a un ramaiolo di tradizione e aggiungo una spolverata di
bontà, la ricetta dell’originalità avrà successo!» esclamo.
«Allora, io penso al cucchiaio e al ramaiolo, mi andrebbe proprio un po’ di
lesso» propone elfo Din Don Dan, sordo come una campana.
Una risata fragorosa segna il via dell’avventura.
Dalle ore successive, fino alla vigilia di Natale, senza sosta, tutti collaborano e
impiegano creatività, memoria, amicizie, oggetti di riciclo, computer, tablet,
cellulari. La slitta magica viene lucidata e revisionata prima del tempo, come
anche il mio vestito, lavato e inamidato, per registrare spot e storie, per
scattare foto da caricare nei post.
Quanti tag, quanti click, quanti hashtag, senza mai dimenticare stickers e
brillantini.
In brevissimo tempo, ricevo decine, centinaia, migliaia di richieste di doni e
altrettante promesse di buoni comportamenti, attraverso i canali più diversi:
lettere scritte su carta colorata da manine non ancora molto esperte, disegni
bidimensionali o pop-up, messaggi digitali, formulati da piccoli e rapidissimi
polpastrelli, foto, audio, video… un enorme database di ricordi ed emozioni!
Sono felice, soddisfatto, mi sento quasi ringiovanito, prontissimo per mettermi
in gioco, convinto che la magia del Natale sia eterna e contribuisca, nonostante
qualche Grincy qua e là, a salvare il mondo!
Non mi resta che assaporare la magica brezza che mi accarezza il volto.
Irene Giacomelli
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