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La leggenda di Pinoarcuato

La leggenda di Pinoarcuato

È un mattino di dicembre. Dal cielo perlaceo scendono i primi fiocchi di neve. I pini,
con i loro rami forti e flessibili, si ricoprono di un sottile strato bianco.
Pinoarcuato, un giovane albero dai rami un po’ sgraziati, si sente più vivo che mai,
avvolto in questo manto di purezza.
«Anche io mi sento bello!» esclama entusiasta.
«Sembriamo tutti vestiti a festa!» risponde Pinoscuro, che deve il suo nome alla fitta
oscurità delle sue fronde.
Piano piano, il bosco prende vita: i coniglietti saltellano felici, i cervi si avvicinano ai
pini, lasciando tracce nei tronchi. Gli scoiattoli, nei loro folti pellicciotti, cercano le scorte
nascoste. Le volpi, con il loro manto rossastro, si muovono furtive. Nonostante il freddo, il
bosco pulsa di vita.
«Non è solo neve, è magia!» gioisce Pinoarcuato.
«Ogni anno è così» risponde Pinoalto, un abete slanciato. «Ma quest’anno sembra più
speciale.»
Quando il sole scompare, il cielo diventa blu cobalto. La luna appare, illuminando i
pini e rendendo il bosco ancora più incantato.
«Non vedo l’ora di vedere cosa ci riserva questo Natale!» esclama Pinoarcuato.
«Siamo più che pronti!» risponde Pinoscuro.
«È tempo di festeggiare!» gioisce Pinoarcuato, sollevando i rami in segno di esultanza.
«E io non vedo l’ora di scoprire dove mi porteranno!» aggiunge Pinoscuro.
«Io sono stato in una splendida villa di campagna» racconta con orgoglio Pinoalto.
«Io, invece, sono stato nel centro di una grande piazza» ribatte Pinoscuro. «Ci sono
voluti venti funi per tenermi dritto!»
«Beh, io sono stato nella sala principale di un palazzo!» interviene Pinosplendente, il
cui profilo si staglia magnifico contro il cielo. Gli alberi sembrano in competizione, cercando
di raccontare chi ha vissuto l’esperienza più straordinaria.
«Avevo mille luci brillanti tra i miei rami!» Nessuno sa se fossero davvero mille, ma
non osano metterlo in dubbio. «E sono apparso in televisione accanto al re!» continua,
scuotendo i rami con fierezza.
«Cos’è la televisione?» chiede curioso Pinoarcuato.
«Se finisci in televisione, tutti ti vedono!» risponde Pinosplendente. «Ogni anno, a
Natale, il re fa un discorso, e io sono proprio lì accanto a lui. La gente applaude e scatta
fotografie!» Pinoarcuato guarda con invidia i rami eleganti di Pinosplendente, mentre i suoi,
più piegati e irregolari, lo fanno sentire diverso, meno bello.
«Non mi sceglieranno mai» sussurra triste.
«Non dire così» lo consola Pinogiallo, un albero altrettanto sgraziato. Con i suoi rami
storti e i suoi aghi un po’ ingialliti, è comunque pieno di vita.
«Anche noi avremo la nostra occasione, vedrai.»
Un mattino, una grossa camionetta si fa strada nel bosco. Gli uomini scelgono i pini,
grandi e piccoli, e anche Pinoarcuato viene selezionato. Che gioia! Viene sradicato con
delicatezza e caricato insieme agli altri alberi. Il viaggio è lungo, ma lui è elettrizzato all’idea
di vedere finalmente la città. Quando arrivano in una grande piazza, un venditore grida:
«Alberi di Natale con radici! Alberi di Natale con radici!»

Pinoarcuato nota che molti alberi hanno rami un po’ strani e capisce che non è
necessario essere perfettamente dritti. La gente li ama comunque. Non passa molto tempo
prima che una famiglia si innamori di lui. Viene messo nel bagagliaio di un’auto e portato
via; il vento freddo gli scompiglia le fronde, ma lui è felice.
Arrivano in un grande edificio e viene portato all’interno. Si guarda intorno,
chiedendosi: «Sarà una villa o forse un palazzo?» Le pareti sono decorate con colori vivaci
e ci sono fotografie di feste e sorrisi. Lo sistemano in un’ampia sala. Al centro c’è un cerchio
di seggiole basse e sulla parete pende un grande schermo nero. “Sarà una di quelle
televisioni?” pensa confuso, non sapendo ancora dove si trovi.
La mattina seguente, la porta si spalanca e un gruppo di bambini irrompe. L’albero si
sveglia, sorpreso dai rumori e dall’energia contagiosa. Si sente subito benvenuto.
«Un albero di Natale! Guardate, abbiamo un albero di Natale!» esclama felice un
bimbetto. Un altro tira con malizia uno dei rami, ma una bambina lo ferma prontamente. Si
chiama Elisa, e, con dolcezza, inizia a cantare:
«Oh, albero, oh, albero, che rami belli hai!»
Un maestro entra nella sala e batte le mani, facendo sedere i bambini.
«Possiamo decorare l’albero?» chiede Elisa. Pinoarcuato trema di eccitazione. Ora sa
dove si trova: in una scuola! Il maestro tira fuori una scatola di decorazioni e la classe inizia
a ornare i suoi rami con palline colorate, lucine e stelle scintillanti. Ci sono decorazioni di
ogni forma e colore, persino angioletti di legno e pigne dorate. Quando tutto è pronto,
spruzza una polvere bianca dai barattoli. «Neve» la chiama lui, anche se non è fredda come
quella vera. Pinoarcuato è al settimo cielo. Ha sempre sognato di essere un albero di Natale
così! I bambini ridono, giocano e fanno festa. Li osserva con stupore e nota che, proprio
come gli alberi nel bosco, anche loro sono tutti diversi: alcuni sono alti, altri bassi, alcuni
chiacchieroni, altri silenziosi.
“Sono come noi” pensa, felice, rendendosi conto che la diversità non è un handicap,
ma una ricchezza.
Il maestro racconta la storia del Natale, mostrando immagini di Giuseppe e Maria
su uno schermo, proprio come quelle di cui aveva sentito parlare nel bosco. Le figure
scorrono davanti a lui e, per un attimo, sente di essere parte di quella storia, di portare un
messaggio di speranza e amore. Alla fine del racconto, i bambini mangiano uno spuntino.
Elisa, vedendo che la sua merenda è finita, si avvicina all’albero con un’espressione triste.
Pinoarcuato sente il suo cuore di legno stringersi. Allunga un ramo per consolarla, ma le
sue punte pungono un po’. Per fortuna, il maestro le offre dei biscotti.
«Tieni, appendi questi biscotti all’albero,» le dice, «e quelli che si rompono puoi
mangiarli.»
Elisa sorride di nuovo, felice, e comincia ad appendere biscotti decorati con glassa.
La settimana trascorre veloce. I bambini iniziano a prepararsi per la grande festa.
Scrivono biglietti e decorano la sala. A Pinoarcuato piace pensare a quanto sia fortunato ad
essere un albero di Natale in questo posto. Non è perfetto, ma è amato e rispettato. E ora ha
una vera famiglia.
La vigilia di Natale arriva. I bambini si radunano nella sala, mentre gli adulti si
occupano dei preparativi.
«È quasi ora di accendere l’albero!» annuncia il maestro, e Pinoarcuato non vede l’ora.
Tutti si riuniscono attorno a lui, le luci della sala si spengono e un silenzio carico di attesa si
diffonde.

«Pronti?» chiede il maestro. Poi, con un gesto teatrale, preme un pulsante e le luci
dell’albero si accendono in un esplosione di colori.
«Wow!» gridano i fanciulli. L’albero di Natale brilla nel buio, e Pinoarcuato si sente il
più felice del mondo. Questo è il suo Natale. Solleva in un gesto di gioia.
Questi momenti rimarranno con lui per sempre.
Ha capito che tutti, belli e brutti, alti e bassi, siamo parte di un unico mosaico, e che la
diversità è una ricchezza da celebrare.

Di Nadia Mari

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