“Caro Babbo Natale… Oh come sei bello Babbo Natale…”, esclama la Befana
gettando a terra le milioni di lettere sparpagliate sul tavolo.
Mancavano due settimane alla vigilia di Natale ed i bambini avevano già scritto le
milioni di lettere a Babbo Natale dicendogli che era bello, buono e gentile e siccome
era così gentile, non avrebbe avuto problemi a portare un regalo a loro gradito.
“Perché i bambini non mi baciano e non mi scrivono mai una lettera? Tutto quello
che fanno è saltarmi addosso per acchiappare il regalo e basta…” si lamentava la
Befana scocciata.
Così, stufa di essere considerata una brutta vecchia, si recò dalla sua vicina, la strega
rossa-blu, che aveva il potere di trasformare le cose belle in cose brutte e viceversa.
“Amica strega! Amica strega per favore aiutami!”
“Cosa ti serve befana cara?” domandò la strega impegnata in una magica pozione
come faceva sempre.
“Sono stufa di essere considerata brutta e vecchia… voglio diventare bellissima e
giovane senza quel brutto naso e senza questa scopa…”
“Va bene” disse la strega, ma ricordati due cose: con la vecchiaia e l’essere brutta
perderai anche la bontà; sarai cattiva e crudele, ti va bene?”
“Va benissimo amica mia” proclamò la befana raggiante.
“C’è ancora un’altra cosa: puoi modificare il tuo aspetto una sola volta e basta quindi
ti farò questa domanda tre volte: “Sei sicura di volere cambiare?”
“Sì” esclamò la Befana.
La strega le fece questa domanda tre volte poi chiamò a raccolta i vampiri, i pipistrelli
e i draghi e impose loro:“Fate diventare questa donna giovane e bella!”.
Dopo qualche secondo la Befana si ritrovò completamente cambiata: era alta, bionda
e portava una gonna lunga ed un maglioncino rosso: non aveva più la scopa volante,
ma un paio di magnifiche ali come gli uccellini.
Esultando, salutò l’amica strega e ritornò a casa sua dove la attendevano le lettere
monticchiate e con un sorriso cattivo disse:”Adesso li sistemo io questi bambini
viziati”.
Prese le lettere di Babbo Natale, ma invece di restituirle e aiutarlo, salì in camera sua
portandogli una bevanda che aveva il potere di farlo dormire per dodici giorni
consecutivi.
“Dormi Babbo Natale” gli disse con una voce carezzevole.
Contento di quel gentile gesto il povero Babbo Natale si addormentò ignaro del brutto
tiro che la sua amica stava per giocargli.
Poi la scellerata Befana si recò dall’elfo fedele di Babbo Natale e gli disse:”Prendi le
tue renne e conducile qui, perché sarò io a guidare la slitta con te quest’anno”
“Ma Babbo Natale non si sveglia?”
“Oh sì certo tra due settimane circa”. Disse la Befana con una risata stridula.
“Ma come…” fece per protestare l’elfo.
“Se non stai zitto ti picchio talmente forte da farti dormire per un anno intero!” ribatté
la Befana senza tante cerimonie.
Così facendo, costrinse il povero elfo ad accompagnarla dalle renne e a recarsi a
prendere i regali destinati ai vari bambini.
Non contenta però, decise che i bambini non sarebbero stati soddisfatti così scambiò
i vari regali di modo che al bambino piccolo che aveva chiesto una macchinina, venne
donato un vocabolario, ad un’altra bimba che desiderava una bambola, venne donata
una pistola-giocattolo…
Insomma, nessun bambino si mostrò contento di ciò che aveva ricevuto.
Passarono due settimane e per Babbo Natale venne l’ora di svegliarsi: non fece in
tempo ad aprire gli occhi che trovò le lettere ammonticchiate sul tavolo da lavoro.
“Mio Dio devo sbrigarmi perché tra un poco è Natale” si disse cominciando a leggere
la prima lettera.
Figurarsi la meraviglia e la sorpresa quando lesse:“Babbo Natale perché mi hai
regalato una cucina da bambola? Io volevo un camioncino…”
E un altro ancora:“Ma io volevo una scatola di costruzioni, non un carro armato…”.
Non c’era lettera che contenesse parole di soddisfazione, ma soltanto rimproveri e
lamentele.
Pieno di rabbia e di stupore chiamò subito il suo collaboratore elfo:Elfo, cosa diavolo
hai combinato?”
“Perdonami, amico Babbo Natale, ma la Befana non ragiona proprio…”
“Mi ha minacciato e mi ha costretto a questo scherzo crudele”.
Babbo Natale incredulo, toccò senza vedere la bottiglia vuota delle gocce magiche
che avevano il potere di farlo addormentare e comprese tutto.
Arrabbiato come non mai, si recò dalla Befana e le chiese: “Befana, se stata tu a fare
questo scherzo ai bambini e rubarmi le lettere?”
“Sì certo sono stata io! Ero stufa di non essere considerata dai bambini; loro vogliono
bene solo a te perché tu sei più bello e più buono mentre io sono solo la brutta e
vecchia Befana…”
“Ma no, cosa dici? I bimbi ti adorano e ti aspettano e non ti trovano brutta…”
“Perdonami Babbo Natale, come posso rimediare?”
“Allora, oggi è il quattro gennaio e tra due giorni tocca a te consegnare i regali giusto?
Basta solamente che tu vada da ogni bambino e gli dai il regalo scritto nella sua
lettera! Ti aiuterò io”.
La notte tra il cinque ed il sei gennaio la Befana, aiutata da Babbo Natale, restituì ad
ogni bambino il regalo desiderato e tutti si mostrarono soddisfatti, ma da quell’anno
qualcosa cambiò:
Babbo Natale e la Befana si misero in società ed insieme all’elfo e alle renne si
recavano in ogni luogo tanto per Natale quanto per la Befana portando dolciumi e
giochi, ma anche libri e regali utili tanto che, le richieste si estesero anche agli adulti.
Per tutto l’anno furono impegnati con la preparazione dei doni, ma a loro non
importava perché lavorare insieme era bello e li divertiva.
Quanto alla Befana non perse la bellezza e ritrovò presto la sua bontà.
D’ora in poi, le lettere dei bambini iniziavano con “Cari Babbo Natale e Befana…” e
nessuno la derise più.
Di Francesca Modena