La storia del trenino Arturo - Ocarina Player
icon

Contatti

[email protected]

Sindbad Srl
Via Giano della Bella, 23
50124 Firenze

Shopping bag (0)

Nessun prodotto nel carrello.

icon
0

La storia del trenino Arturo

La storia del trenino Arturo

– Manca ancora una cosa a questo magnifico albero– esclamò il papà
– Il trenino– replicò prontamente Carlo.
– Bravo piccoletto! –
– Papà ma perchè mettiamo sempre un trenino intorno all’albero? –
– Questo non è un trenino, è il trenino Arturo, non ti ho mai raccontato la sua
storia? –
Carlo fece cenno di no con la testa, salì sulle gambe del papà e si preparò ad
ascoltare una delle sue più belle storie.

C’era una volta, tra le montagne, un piccolo paesino che aspettava con
trepidazione il Natale. Gli abitanti del paese amavano vivere a diretto contatto con
la natura, lontano dal caos cittadino, e si affidavano alla stazione ferroviaria per
tutto ciò che non era reperibile in montagna. Ogni settimana, arrivava l’instancabile
trenino Arturo: riportava al paese le persone che lavoravano in città e arricchiva i
negozi con tutte le merci che riusciva a trasportare. Il trenino era atteso al caffè
della ferrovia, dove si consumava cioccolata calda e te, e nella piazza, dove gli
anziani chiacchieravano riscaldati dai raggi del sole. Quell’anno, l’arrivo del trenino
Arturo era previsto per la vigilia di Natale. Il cielo era bianco e lasciava presagire
una forte nevicata, così Enzo, il capotreno disse al trenino:
– Ci aspetta un viaggio impegnativo, mio caro amico. –
E il trenino rispose:
– È quasi Natale, la neve renderà tutto più magico e noi siamo abituati alle grandi
sfide. –
Il trenino Arturo iniziò, così, il suo viaggio, carico di ragazzi che tornavano a casa
per il Natale, e di doni che avrebbero riempito tutte le case del paese. Il capotreno
Enzo guardava la neve che cadeva incessante.
– Non ce la faremo mai – sospirò, accarezzando il cruscotto. – Ma non possiamo
fermarci. Il paese ha bisogno di noi. –

Il trenino, piccolo e coraggioso, rispose con un lungo fischio:
– Ci proverò! –
Il viaggio era duro: il trenino arrancava, scivolava e ogni curva sembrava
un’impresa. Gli animali del bosco, sentendo il rumore stanco del motore, si
avvicinarono.
Un cerbiatto saltò sulla neve:
– Trenino, fermati! La tempesta è troppo forte! –
Il trenino rallentò, sbuffando.
– Non posso fermarmi – rispose. – Porto cose troppo importanti per il paese. –
– Ma sei troppo carico! Devi lasciare qualcosa, o non arriverai mai! – insistette il
cerbiatto.
Gli animali si radunarono attorno al trenino, curiosi di sapere cosa trasportasse.
Enzo assisteva alla scena con un sorriso.
– Vedete, la prima carrozza è per i passeggeri, sono tutti ragazzi che rientrano
nelle loro famiglie per Natale, non posso fermarmi, un posto caldo attende il loro
ritorno. Nel secondo vagone ci sono i farmaci. – Aprì lo sportello, mostrando
scatole di medicine. – I malati del paese li aspettano. Non possiamo lasciarli
indietro. – Gli animali annuirono.
– E qui? – chiese una volpe indicando il terzo vagone.
– C’è l’abete per la piazza – spiegò Enzo. – È la tradizione: senza di lui, non c’è
Natale per il paese. –
Una lepre sbirciò nel terzo vagone.
– E questi? –
– Sono i regali di Natale per i piccoli del paese, e tutte le leccornie affinchè sia un
dolcissimo Natale – rispose il trenino con un fischio. – Non posso privarli della loro
gioia. –
Gli animali rimasero in silenzio, ammirando il coraggio del trenino. Infine, un orso
chiese:
– E questo ultimo vagone? –

– È pieno di carbone per il mio motore – spiegò il trenino. – Senza di esso, non
potrò completare il viaggio. –
Il gufo saggio batté le ali.
– Prendi solo quello che ti serve per arrivare al paese. Lascia il resto qui. Noi lo
custodiremo. –
Enzo e il trenino si guardarono. Non era una decisione facile, ma capirono che era
l’unico modo. Con cura, presero solo una piccola scorta di carbone e lasciarono il
resto nel bosco. Quando i ragazzi assistettero a quella scena, affidarono agli
animali del bosco anche le loro valigie, con tutto ciò che era superfluo. Volevo
contribuire anche loro al sacrificio del trenino, se avessero viaggiato più leggeri, il
trenino avrebbe fatto meno fatica: d’altronde il loro tesoro era nelle case che
attendevano trepidanti il loro rientro.
– Grazie, amici – disse Enzo.
– Buona fortuna, trenino Arturo! – gridarono gli animali, salutandolo mentre
ripartiva nella tormenta.
Il trenino sbuffava, cigolava e faticava a ogni curva, ma alla fine, quando il cielo
cominciò a rischiararsi, vide le luci del paese.

Appena arrivò, il piccolo treno si fermò, esausto, ma giusto in tempo per
completare la sua missione.
I ragazzi trovarono caldi abbracci tra le braccia dei loro genitori, i malati si curarono
grazie ai farmaci, e la speranza tornò nei loro occhi. I bambini saltavano di gioia,
scartando i loro regali. Gli adulti innalzarono l’abete in piazza e vi si radunarono
attorno decorandolo con luci mentre intonavano i canti natalizi.
La neve ora cadeva soffice e tutto lasciava presagire un dolcissimo Natale. Enzo
osservava con emozione ogni singolo momento, e si rese conto che con il trenino
Arturo aveva trasportato sogni, speranze, affetti. Sceso dal treno, accarezzò il
piccolo motore.
– Hai fatto un lavoro straordinario, amico mio – sussurrò.

Il trenino osservò tutti i volti felice e fu come una carezza per lui. Poi, però, era
così stanco che si spense proprio lì, sulle rotaie.
In cielo, la stella di Natale aveva osservato tutto. Toccata dal sacrificio del trenino,
fece piovere polvere di stelle sul manto del trenino Arturo. Dalle rotaie si formarono
binari scintillanti che sorvolavano la piazza e arrivavano fino alla cima dell’abete.
Il trenino si risvegliò e guardò Enzo, confuso.
– Vai, piccolo – gli disse il capotreno con un sorriso. – Questa è la tua strada. –
Il trenino, di nuovo in forze, riprese lento lento a sferragliare, salì lungo la rotaia
dorata, avvolgendo man mano l’abete con i suoi vagoni, fino alla punta dell’albero
dove si trasformò in una stella luminosissima.
Gli abitanti guardarono la scena con meraviglia e iniziarono a gridare
– Evviva il trenino Arturo! –
E il trenino, continuò a brillare sulla punta dell’albero del paesino ogni anno,
ricordando a tutti il vero senso del Natale: rinunciare a qualcosa per far felice
qualcuno, solo così la luce del Natale sarà immensa.

Da quel Natale in poi, nel paesino e in molti altri luoghi, si cominciò a mettere un
piccolo trenino accanto all’albero di Natale, per ricordare il coraggio del trenino
Arturo. È il simbolo di chi affronta con coraggio le difficoltà della vita per per portare
amore, speranza e l’affetto agli altri, affinchè lo spirito del Natale sia vivo tutti i
giorni dell’anno.

Di Delia

Condividi la fiaba su