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Lo schiaccianoci e il magico abete

Lo schiaccianoci e il magico abete

Era la Vigilia di Natale, al Polo Nord, dove le giornate erano fredde, ma speciali,
perché lì, abitava Babbo Natale, con Mamma Natale e le sue renne, gli elfi, dei fiocchi
di neve, di enormi abeti e di magia. Appariva come il Regno dei ghiacci.
Nel bosco, circondato da abeti, da ruscelli che scorrevano d’acqua limpida, c’era una
casetta di legno e viveva la famigliola Inverno. Mamma Neve, Papà Ghiaccio e i loro
due bambini.
L’atmosfera era la stessa come in tutta il Mondo.
Mamma Neve, preparava la cena. Papà Ghiaccio, era in cerca di legna, che sarebbe
servita per intagliarla e creare dei piccoli giocattoli. Poi, si ricordò che non ne aveva
più per poter scaldare la casa, il cui camino era spento, così ne prese in abbondanza.
La neve, stava cadendo in grossi fiocchi e, Papà Ghiaccio, si affrettò e la caricò sulla
sua slitta rossa, trainato da un bellissimo Husky bianco.
Quando arrivò, a casa, con il viso rosso dal freddo, subito si apprestò a mettere i ceppi
più grossi nel camino e in poco tempo, il fuoco scaldò la casetta.
A malincuore, vide i suoi bambini, con il naso appoggiato ai vetri della finestra, a
osservare fuori, la neve che cadeva e si posava sull’abete che si ergeva in mezzo al
giardino, immerso nella foschia di una giornata d’inverno, spoglio di luci natalizie. Era
triste! Ma non poteva immaginare che proprio quella notte, sarebbe diventato magico.
Papà Ghiaccio, rivolse uno sguardo a Mamma Neve e, si dissero di essere dispiaciuti
e addolorati, per essersi dimenticati di non aver illuminato l’abete, con le poche cose
che possedevano. Ma erano stanchi dal lavoro, ma felici. L’unica cosa che potessero
fare era un pupazzo di neve.
Non si erano nemmeno ricordati di scrivere la letterina destinata a Babbo Natale, per
chiedergli i loro desideri. Ormai, era tardi, perché Babbo Natale, aveva già preparato
tutti i doni da consegnare ai bimbi di tutto il Mondo.
Dopo cena, se ne stavano seduti su delle vecchie sedie, al caldo del camino. Mamma
Neve, distribuì ai bambini dei pezzetti di dolci al cioccolato e iniziò a intonare una
canzoncina d’occasione, mentre Papà Ghiaccio, intagliava dei pezzi di legna, fino a
creare una piccola renna. Era tradizione, in tutte le case, riempire le calze colorate di
giocattoli in legno, da appendere sotto al camino. In casa si sentiva davvero il profumo
di festa.
Babbo Natale e le sue magiche renne, avevano cominciato a caricare di doni, sulla
slitta d’oro.
Mamma Natale, tutta vestita di rosso, osservava silenziosa, Rudolph, la renna dal
naso rosso, che borbottava con la renna, Cometa, accusandola di essere stata
distratta, nel far cadere un pacco doni. Mamma Natale, lo riprese dicendogli di essere
più gentile, con Cometa. Il suo naso divenne sempre più rosso, per colpa della brutta
figuraccia che aveva appena compiuto.
Babbo Natale, ispezionò la slitta, prima di partire, per il lungo viaggio, intorno al
Mondo.

Il vecchio e arzillo, Babbo Natale, saltò sulla slitta, che s’innalzò nel cielo. Mamma
Natale, restò a fissare, in compagnia dei suoi piccoli elfi.
La slitta volava veloce sfiorando la luna, con tutta la sua bellezza, illuminava la via del
cielo.
In quella notte, di prodigio, tutto sembrò d’oro e d’argento.
Babbo Natale, allungò il collo e vide che nel giardino della Famiglia Inverno, il loro
abete era spoglio e triste senza le decorazioni, che potesse dare un segno di Natale.
Sapeva che il vecchio dicembre, aveva risparmiato l’abete dal freddo e dalla neve,
lasciandolo vestito di verde, perché era vecchio, mentre aveva fatto cadere tutte le
foglie degli altri alberi del bosco, che si erano lamentati, perché avevano freddo. Il
vecchio dicembre, li zittì subito, affermando di essere dei vecchi brontoloni. A quel
rimprovero, rimasero silenziosi e stecchiti. Un soffio di vento, colse d’improvviso,
l’abete, che inchinò come per ringraziare il vecchio dicembre.
Babbo Natale, sorvolò sopra la casetta povera, che dal comignolo usciva il fumo del
camino. L’abete per magia, divenne magico, tutto luminoso, pieno di palle colorate.
Apparvero tanti pacchi per la famiglia: giocattoli, vestiti e tanto cibo.
Babbo Natale doveva essere puntuale nella consegna.
«Oh oh oh Buon Natale!» augurò con la sua tradizionale risata e si allontanò veloce.
Sorvolando tutti i paesi, dove i bambini con gli occhi innocenti, si erano addormentati
sognando i doni.
Di tutte le stelle che brillavano nel cielo, una piccola stellina, era scesa dal cielo e si
posò sulla punta dell’albero. Era la più umile, timida e bella come un Angelo. Il suo
cuore era molto sensibile e colmo d’amore.
Un leggero bussare alla porta d’ingresso, fece incuriosire la famiglia Inverno, che si
alzarono e lasciarono il focolare.
Quando Papà Ghiaccio, aprì la porta, un bellissimo schiaccianoci era lì. Le sue
impronte cessavano davanti alla porta.
«Guardate il vostro abete, com’è bello!» disse sorridendo lo schiaccianoci.
Mamma Neve, con il naso all’insù, restò meravigliata. Gli occhi di Papà Ghiaccio,
splendettero come due diamanti. Mentre i due bambini erano felicissimi, avevano dei
giocattoli nuovi. Era così bello che rimasero a lungo in ammirazione.
La tanta neve caduta sui rami, si era trasformata in tante monete d’oro.
Il cielo era bianco come un candido cigno. Tutti gli animali del bosco, incuriositi,
uscirono dalle loro tane, per ammirare l’albero magico.
La fiaba di Natale si conclude vestita d’amore.

Di Anna Vascella

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