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Magia di Natale

Magia di Natale

La letterina di Francesco era appesa all’albero di Natale, ben protetta tra
l’angioletto dorato e la piccola pecora di legno intagliata tanti anni prima dal
nonno, che ora riposava in pace insieme alla mamma di Francesco.
La sera della vigilia, il bambino aveva fatto un po’ di capricci per andare a
dormire, ma infine il papà lo aveva convinto raccontandogli una storia e
addormentandosi anche lui, subito dopo.
Intanto, qualcosa di strano stava accadendo in casa.
“Sei pronto?” chiese la pecora di legno all’angioletto “Stai per caso dormendo?”
“Ma che dormire e dormire! Eccomi, sono sveglio. Dai, sbrighiamoci ché tra
poco è mattino e Francesco si sveglierà sicuramente presto.”
Cercando di fare meno rumore possibile, l’angelo e la pecorella si misero
all’opera.
Dovettero armeggiare non poco per apportare una importante modifica al
regalo che il papà di Francesco aveva preparato per lui. Quindi rifecero il pacco
e, stanchi ma soddisfatti, tornarono ai loro posti, più o meno, e attesero.
Il mattino dopo, le urla di gioia del bambino risuonarono per tutta la casa.
Il papà si svegliò all’improvviso e corse a vedere cosa stesse succedendo. Suo
figlio stava scorrazzando per la sala sopra la bellissima bicicletta, tutta rossa e
nera, che lui gli aveva regalato. Era felice che il bambino apprezzasse così
tanto il suo regalo anche se nel cuore soffriva per non aver potuto esaudire
l’altro particolarissimo desiderio che Francesco aveva espresso nella letterina.
Ma quello, purtroppo, era davvero impossibile da realizzare.
“Papà, papà!” esclamò il piccolo “Guarda che bella! Babbo Natale è stato
bravissimo!”

L’uomo ricacciò indietro le lacrime e si preparò a trascorrere una giornata di
gioia con il suo bambino.
La sera arrivò presto. Francesco era stanco per la bella passeggiata fatta nel
quartiere della città con la sua bicicletta nuova fiammante. Dopo aver cenato,
corse a dormire pregustando le corse che sarebbe tornato a fare l’indomani.
Era una notte pulita, piena di stelle. La luna illuminava la camera del bambino
e sembrava volesse cullarlo. Tutta la stanza era avvolta da un chiarore surreale
e Francesco aprì gli occhi, come attirato da qualcosa. Vide la bicicletta in fondo
al letto, sembrava sorridergli.
“Salta su, andiamo a fare un giro”.
Il bambino non credeva alle sue orecchie. Quella bicicletta era…viva!
Si lasciò contagiare da quella strana magia e si mise alla guida del piccolo
bolide. Con sua grande sorpresa, la bici si sollevò da terra. La finestra della
sua stanza si spalancò e si ritrovò a volare nel cielo. Francesco era a dir poco
stupefatto. Emozionato e con un grande sorriso stampato sul volto, si accorse
che la bicicletta lo stava portando vicino la luna. E lì, la meraviglia diventò
poesia. Quello che vide era la realizzazione del suo più grande sogno, il
desiderio che aveva espresso nella letterina si stava avverando. La luna non
era più lei, cioè, era sempre la bellissima regina della notte ma era ancora più
bella perché assomigliava alla sua mamma. I lunghi capelli neri e il sorriso
meraviglioso di sua madre erano come disegnati sulla luna. E gli occhi, i
brillanti occhi verdi della sua mamma, lo guardavano con amore.
“Francesco, piccolo mio. Questa bicicletta sarà la tua più grande compagna di
giochi. Divertiti con lei, corri con i tuoi amici, ma non dimenticare lo studio. E
poi, ricordati che il tuo papà ti vuole un mondo di bene e che farà sempre
qualsiasi cosa per farti crescere sano e felice. Stai vicino a lui e dagli una
carezza da parte mia, anche lui ne ha bisogno”.

Il bambino era senza parole. La sua bocca aperta in un “ohhh” di sincero
stupore. Guardò meglio e si accorse che il viso della sua mamma stava come
svanendo e si sentì tirare piano per un braccio.
“Francesco, Francesco, sveglia! Vieni a vedere”.
Suo padre lo stava chiamando. Si accorse di essere nel letto e si alzò senza
capire. Prese la mano che gli tendeva il suo papà e si avvicinò alla finestra.
Stava nevicando. Nel cielo, la luna quasi non si vedeva più.
Forse il suo era stato solo un sogno, un dolcissimo sogno. Ma cosa importava?
Aveva visto la sua mamma, le aveva parlato!
“Papà, devo raccontarti una cosa. Una bellissima cosa che mi è successa
questa notte”.
E mentre parlava, gli fece una carezza sul viso ruvido per la barba.
Sull’albero, l’angioletto e la pecora di legno si guardarono facendosi
l’occhiolino.

Federica Sanguigni

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