C’era una volta un bosco incantato, dove creature straordinarie e gli abitanti del vicino
Castel Del Bosco vivevano in perfetta armonia.
Ogni anno l’inverno era atteso con ansia, e sapete perché? Perché portava il Natale.
Guidati dalla sindaca Marmottavecchiotta, animali e uomini preparavano la grande
festa.
Tre giorni prima gli animali si riunivano attorno al Grande Abete per decorarlo.
Gran fermento e molto divertimento anche il 22 dicembre 2024.
“Coraggio, datemi quelle pigne che le porto più in alto”, si offrì Brunokoala.
“Forza, passami la ghirlanda di bacche, Verdino!” disse Tizianavolpina al cucciolo dei
Picchi.
Ma Verdino, un vero birichino, si fece scappare la ghirlanda dai dentini e … puff finì
nella pann… ops … neve. I suoni delle risate riempivano l’aria. Le piante danzavano
al ritmo di una dolce brezza, intrecciando i rami tra loro per formare una grande mano
verde. Marmottavecchiotta sorridendo riportò la calma ricordando che il Natale si av-
vicinava a grandi passi. Bisognava darsi da fare perché tutto fosse pronto per il ven-
ticinque.
“Non abbiamo addobbi sufficienti – borbottò Bazarbianconiglio – Questo è l’albero più
grande di tutti. Merita un’attenzione speciale!”
“Verissimo. Le sue fronde mi ospitano tutto l’anno” mormorò Bianchinacolombella col
suo Tuuuuu Tuuuuu.
Con l’arrivo di Margherita e Martino dal villaggio il lavoro si intensificò.
“Ci vorrebbero delle luci!” propose la piccola.
Ugogufo stava per rispondere quando fu interrotto da una scia luminosa e da un
incessante vocìo.
“Eccoci, eccoci!”. Una lunga processione di lucciole comparve come per magia.
“Benvenute, benvenute! Come potremmo fare a meno di voi, sorelle lucciole?
Ognuno farà la sua parte. Serve l’aiuto di tutti – ribatté Linascoiattolina – anzi, sapete
cosa ho pensato?”
“Dicci, dicci” mormorarono le lucciole curiose avvolgendola di luce.
“Possiamo chiedere alla comunità di portare delle ciotole d’acqua per farvi brillare di
più nella notte.”
“Che idea … brillante hai avuto amica Lina. Un bel regalo.”
“Ottima idea! – esclamò Marmottavecchiotta – In questo modo l’intera comunità capirà
che tutti, anche le più piccole creature della natura, possono partecipare ai prepara-
tivi della festa.”
Mentre il Bosco vibrava di suoni e risate, cinguettando arrivò Rossopettirosso con un
dono.
“Noi non abbiamo portato regali”, sussurrò Martino alla sorellina.
“Non è necessario – intervenne Ugogufo, che lo aveva sentito – Non sono i regali
materiali a contare, ma…”
“La condivisione e l’amore” lo interruppe Brontogrillo.
“Hai ragione, fratello – esclamò Pelatelloasinello – È Natale quando ci si aiuta!
Quando non lasciamo un amico in difficoltà.”
“Noi siamo qui per aiutarvi” disse Margherita con entusiasmo.
A queste parole gli animali si avvicinarono, pieni di curiosità e domande. Il bosco
vibrava di suoni, creando una sinfonia di felicità con il sussurro delle foglie, campa-
nellini gentili, il canto degli uccellini, il vento tra gli alberi, il ticchettìo degli insetti sui
tronchi e il gorgoglio del ruscelletto, interrotto solo dal lieve scricchiolìo di un ramo
spezzato: l’unica nota triste in un concerto di pace e serenità.
Margherita, sorridendo, espresse il desiderio di un pianoforte per dare voce alle sue
emozioni. “Chiudi gli occhi e conta fino a venti. Riaprili solo quando avrai finito”, le
sussurrò Gattoamadeus.
“Uno… due… tre…” iniziò, ma, impaziente, riaprì gli occhi prima di finire, attratta da
un coro di “Oh! Oh! Oh!”. Sotto al Grande Abete c’era un pianoforte!
La bambina, col cuore che batteva all’impazzata, si lasciò avvolgere dalla magia del
momento. Comprese che ogni “Oh!” esprimeva stupore e che la felicità era conta-
giosa. Circondata dalle creature del Bosco, seduta su un ramo, accarezzando i tasti
con le piccole dita, riscaldate dal fiato degli amici animali, suonò la Sonata numero
16 in C Maggiore di Mozart. In quel magico istante, l’orologio si fermò: la gioia con-
divisa e la meraviglia di quel piccolo mondo incantato avvolgevano tutti.
“Sei molto brava, cara bambina” – disse Marmottavecchiotta – ma davvero volete aiu-
tarci?”
“Certamente!” risposero.
“Oh, sarà fantastico! Ma la festa di Natale è imminente e abbiamo tanto da fare!” si
lamentò Calzinagattina, agitando le zampine bianche.
Gatto Amadeus le fu subito accanto e si offrì di portare le decorazioni più pesanti.
Calzina accettò. Gli altri, inteneriti, raccontarono ai bambini che Amadeus era così
innamorato da convincere Pancettaochetta a suonare ogni sera “Per Elisa”, mentre
lui all’orecchio della sua amata miagolava: “Per Calzina, per Calzina”.
Nel frattempo la neve continuava a cadere, calma e silenziosa, creando un morbido
tappeto. Incuranti dei candidi fiocchi, tutti portavano doni e decorazioni improvvisate:
pigne colorate, foglie dorate e persino un pupazzo di neve. Alla fine, ciascuno tornò
al suo nido, mentre il blu del cielo accoglieva le stelle che illuminavano la coltre
bianca.
Quando la vigilia di Natale arrivò, Marmottavecchiotta salì sul piccolo palco di rametti
e foglie secche.
“Oggi celebriamo non solo il Natale – spiegò ai suoi e ai boschigiani – ma anche
ciò che abbiamo fatto per proteggere il Bosco. Senza la nostra azione e il vostro
rispetto, cari esseri umani, non avremmo tanta bellezza.”
L’intero popolo del Bosco annuì, i boschigiani applaudirono con gli occhi brillanti di
gratitudine e affetto. Ogni parola pronunciata dalla sindaca era una lezione di amore
e cura per la natura.
Ma ecco che, richiamando l’attenzione di tutti, degli animali mai visti prima si avvici-
nava con timore. Marmottavecchiotta, col cuore aperto e generoso, li accolse.
“Benvenuti, amici! Potete restare qui con noi!”.
Questo gesto diffuse calore: gli animali cercavano un rifugio sicuro per il Natale e
furono accolti con doni e sorrisi.
“C’è sempre spazio per nuovi amici!” esclamò Linascoiattolina, servendo deliziosi
semi e frutta fresca.
Quando tutti furono attorno al Grande Abete, Marmottavecchiotta raccontò la storia
di un bambino povero, nato a Betlemme in una grotta, riscaldato da un bue e un
asinello. Poi il coro dei bambini di Castel del Bosco e dei cuccioli del Bosco intonò
Adeste Fideles.
Gli uomini si inginocchiarono, gli animali si adagiarono a pancia in giù. Un magnifico
presepe vivente, avvolto da una stella con una lunga e scintillante coda.
Per tutta quella magica notte il bosco risuonò di gioia e musica.
Uomini e animali si abbracciavano e danzavano attorno all’albero, illuminato
dalle luci delle lucciole e dal calore dell’amicizia.
Al momento di salutarsi Marmottavecchiotta disse un’ultima cosa:
“Nel cuore di ciascuno di noi questa notte si è accesa la luce della speranza.
Non spegnetela mai e vivrete felici e contenti.”
Di Lucia Caruso