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Natale su Stellaria

Natale su Stellaria

“Tanto, tanto tempo nel futuro, in una galassia lontana, c’era un piccolo pianeta chiamato Stellaria.
Stellaria era un luogo unico: il cielo era sempre illuminato da stelle che brillavano come diamanti, e il
suolo era ricoperto di cristalli colorati che cambiavano tonalità con la luce del giorno. Gli abitanti di
Stellaria erano di tutte le forme e dimensioni, provenienti da ogni angolo dell’universo: c’erano esseri con
ali luminose, creature fatte di nebbia e robot con cuori pulsanti di energia.
Su questo pianeta viveva una bambina di nome Lyra. Aveva occhi grandi come lune e un cuore pieno
di curiosità. Ogni sera, Lyra si sedeva accanto alla sua nonna nella loro casa di cristallo, ascoltando storie di tempi
lontani. Tra tutte, la sua preferita era quella del Natale, una festa che un tempo riuniva famiglie e
amici sulla Terra, dove ci si scambiava doni, si cantavano canzoni e si costruivano ricordi felici.
Ma su Stellaria, le cose erano diverse. Gli abitanti avevano tradizioni e abitudini così varie che non sapevano
come festeggiare insieme. Così, ogni anno, il Natale passava senza che nessuno se ne accorgesse
davvero. Lyra, però, decise che questo Natale sarebbe stato diverso.
Una sera, mentre osservava le stelle dalla sua finestra, un’idea le balenò nella mente. Chiamò i suoi amici
più cari: Zorik, un alieno dalla pelle argentata che cambiava colore a seconda delle emozioni, e Mimì, un
piccolo robot con una passione per la musica.
“”Perché non creiamo una nuova tradizione?”” propose Lyra con entusiasmo. “”Un Natale che celebri
ciò che ci rende unici, ma anche ciò che ci unisce?””
Zorik agitò le sue antenne, che si illuminarono di un verde acceso. “”Io posso decorare le case
con luci stellari! Sul mio pianeta usiamo polvere di stelle per rendere tutto brillante.””
Mimì emise un fischio musicale e girò su sé stesso, facendo tintinnare i campanellini attorno ai suoi
ingranaggi. “”Io comporrò una canzone che tutti possano cantare, una melodia che parli di amicizia e
amore.””
Lyra sorrise. “”E io preparerò un banchetto speciale, chiedendo a ogni famiglia di portare un piatto tipico
del proprio pianeta. Così scopriremo nuovi sapori!””
La notizia del loro progetto si sparse velocemente. Presto, tutti gli abitanti di Stellaria si unirono ai preparativi. Gli
esseri alati volarono in alto per appendere lanterne luminose tra le stelle, i robot costruirono gigantesche sculture di
ghiaccio scintillante, e le creature di nebbia soffiarono aria calda per creare nuvole colorate che
fluttuavano sopra il villaggio.
Ogni famiglia si mise al lavoro per cucinare i propri piatti speciali: c’erano dolcetti brillanti fatti di
polvere lunare, zuppe calde di cristalli fusi, e persino frutti galleggianti che esplodevano in mille colori al
primo morso. La sera di Natale, la piazza centrale di Stellaria brillava come mai prima. Al centro, un
gigantesco albero fatto di cristalli arcobaleno rifletteva le luci delle stelle. Gli abitanti si riunirono intorno a Mimì, che iniziò a
cantare. La sua melodia era così dolce e avvolgente che persino le stelle sembrarono avvicinarsi per
ascoltare. Tutti si unirono al canto, creando un coro che risuonò per tutto il pianeta.
Quando fu il momento del banchetto, Lyra sali su un piccolo podio e alzò un calice di succo stellare.
“”Guardatevi intorno,”” disse con un sorriso. “”Siamo tutti così diversi, eppure questa sera siamo una sola
grande famiglia. Questo è il nostro Natale, un Natale di Stellaria, dove ogni stella brilla per un motivo
speciale.”” Gli abitanti applaudirono e iniziarono a scambiarsi piccoli doni fatti a mano: una sciarpa
luminosa, un cristallo cantastorie, o semplici abbracci pieni di gratitudine.
Da quel giorno, ogni anno su Stellaria si celebrò il Natale Intergalattico, un giorno in cui tutti,
grandi e piccoli, si ricordavano che, anche se venivano da luoghi diversi, erano uniti da qualcosa di più
grande: l’amicizia, la famiglia e l’amore per ciò che li rendeva speciali.
E così, nel lontano futuro e nel profondo dello spazio, il Natale continuò a brillare, proprio come le stelle
nel cielo infinito di Stellaria.”

Di Giovanna Del vecchio

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