É la mattina di Natale.
Paolo è a casa, ancora in pigiama, seduto sul divano con la mamma e il papà
vicino all’albero con tutte le lucine già accese. Dalla cucina arriva caldo e
avvolgente il profumo dei biscotti appena sfornati.
La mamma gli dà il regalo: un pacchetto avvolto in una carta tutta rossa.
Paolo lo apre tutto emozionato e scopre che dentro c’è una grande lente di
ingrandimento con il vetro lucido e con il manico di legno.
La sua faccia diventa rossa come il pacchetto.
«Ti piace?» gli dice la mamma.
«No!» risponde Paolo.
«Ti avevo chiesto una macchina fotografica, non questa!» urla Paolo, e butta il
pacchetto per terra.
«Nessuno mi vuole bene!» dice Paolo.
La mamma sorride dolcemente e, con delicatezza, raccoglie la lente di
ingrandimento e la pulisce con la manica della maglia rosa. Adesso è lucida
come prima.
«Noi l’abbiamo comprata per te, perché hai detto che vuoi fare
l’investigatore!» dice il papà.
Paolo è sempre più arrabbiato.
«Si diventa investigatore con una macchina fotografica! Non con questa
schifezza!».
Ficca la lente nella tasca del pigiama e se ne va in cameretta.
Da solo sul letto pensa e ripensa: “dovrò aspettare il mio compleanno per un
nuovo regalo!”, “Come posso fare l’investigatore?”, “Che ci faccio con questa
lente di ingrandimento?”.
Dopo un po’, senza far niente, si inizia ad annoiare. Così decide di disegnare
un po’. Apre il cassetto della scrivania e… i pennarelli? Dove sono? Non li
trova da nessuna parte.
Allora decide di parlare con il suo pupazzo; guarda sotto il letto, guarda dietro
la sedia, guarda vicino l’armadio, ma il pupazzo non c’è.
Allora decide di far correre la sua macchinina. Cerca nella scatola dei giochi,
guarda sopra la mensola, controlla sopra la scrivania, ma la macchinina non
la trova.
«Mamma! Papà!» urla Paolo.
«Dove sono le mie cose?».
Ma nessuno risponde.
«Mamma! Papà!».
E niente, nessuno risponde.
Allora Paolo si mette a correre e va in sala. La mamma e il papà non ci sono.
Va in cucina, niente, non c’è nessuno.
Scoppia a piangere disperato. “I miei giochi sono scomparsi, anche mamma e
papà non ci sono più!” e si butta sul letto, nascondendo la testa sotto al
cuscino.
«È inutile che piangi» dice una vocina da qualche parte.
«Chi è?» domanda Paolo togliendo il cuscino.
«Sono nella tua tasca!», fa la vocina.
Paolo si ricorda della lente di ingrandimento nei pantaloni.
La afferra con tutte e due le mani.
«Ahia! Non mi stringere così forte!» dice la lente.
«Io non trovo le mie cose! Rivoglio i miei giochi!» le urla Paolo scuotendola
tutta.
«Certo!» fa la lente di ingrandimento «li riavrai quando ti ricorderai perché
sono tuoi!».
«Sono miei perchè sono miei!» dice Paolo.
La lente d’ingrandimento all’improvviso si illumina di giallo e dice: «Guarda
attraverso me. I tuoi giochi sono tutti qui, ma tu non riesci a vederli perché ti
sei dimenticato da dove vengono e perché sono sempre con te».
Paolo pensa.
Avvicina il vetro della lente agli occhi. È tutto sfuocato. Allora la allontana un
po’ e, piano piano, inizia a vedere le cose molto ma molto più grandi di come
sono.
«Qui è dove avevo messo il pupazzo» dice guardando con la lente sotto al
letto.
«Concentrati» dice la lente «ricorda perchè è qui con te e lui riapparirà».
Paolo chiude gli occhi e dice:
«Sì! Il pupazzo me lo ha regalato nonna un po’ di tempo fa! Me lo ha
comprato perché io non riuscivo a dormire!».
Guarda nella lente e «Puf!» il pupazzo è proprio lì, sotto il letto.
«Adesso cerca i pennarelli. Loro ti aiutano a fare i tuoi disegni, ma perchè?»
Dice la lente. Paolo guarda attentamente il cassetto.
«I pennarelli me li ha comprati zia, perchè dice che sono un’artista e mi piace
sempre colorare»
E «puf!» tutti i pennarelli sono tutti nel cassetto della scrivania.
«e la macchinina?»
«La macchinina …non me lo ricordo…».
«Dai» fa la lente d’ingrandimento «sforzati un po’».
«Ah! Già! Me l’ha regalata papà per portarla quando andiamo al parco
insieme!»
Ed ecco la macchinina sulla mensola. Paolo adesso è felice, prende il
pupazzo, i pennarelli e la macchina. Non vuole più lasciarli da nessuna parte.
Vuole averli sempre con sé.
All’improvviso pensa alla mamma e al papà.
«Non lo so, con loro non posso aiutarti» risponde la lente d’ingrandimento.
Paolo esce dalla cameretta. Cammina piano piano guardando attraverso la
lente ogni singola mattonella del pavimento.
In fondo al corridoio sente qualcuno parlare. Tante voci, bisbigliano qualcosa.
Prende coraggio, si mette a correre veloce come un missile e arriva in salotto
gridando: «Chi siete? Cosa volete?».
Ma proprio sul divano ci sono mamma, papà, zia, zio, nonna, nonno e i cugini
grandi con una scatola tutta rossa vicino.
«Tieni Paolo!» dice il nonno «questo regalo è per te».
Paolo ha ancora il fiatone per la corsa; apre la scatola e trova una bellissima
macchina fotografica.
«Grazie nonno» dice «ti voglio bene». Il nonno lo abbraccia e restano un po’
guancia a guancia.
«Adesso hai proprio tutto per fare l’investigatore!» dice suo cugino grande.
Paolo prende la macchina fotografica, la sistema sul tavolo, schiaccia un
bottone e….5, 4, 3, 2, 1 «Biiip».
Eccola! La fotografia di Paolo con la mamma, il papà, la zia, lo zio, la nonna, il
nonno e i cugini grandi nel giorno di Natale più bello del mondo.
Di Stefano Lanzano