L’aria è fredda, pizzica il naso e il cielo è stellato: sono solo le sei del
pomeriggio ma è già buio come fosse notte! Il bosco è incantato, baciato
soltanto dal raggio della luna già alta.
In questa notte magica e stellata nelle case fervono i preparativi per la
festa di Natale ma se ci addentriamo nel bosco, tra le radici degli alberi,
tra le rocce ghiacciate, dentro una tana protetta incontriamo un folletto
in piena attività… è Moscardino!
All’imbocco della sua tana si diffonde un flebile bagliore ma soprattutto
un profumo che impregna il muschio e diffondendosi, resta impigliato tra
i rami spogli dei cespugli. All’ingresso fa bella mostra una ghirlanda
dell’accoglienza ricavata da ramoscelli intrecciati e decorata con edera,
palline di pungitopo e grappoli di bacche di rosa canina.
Lui è dentro. Dopo aver terminato le grandi pulizie e aver rifatto il letto,
ha avuto pure il tempo di abbellire i suoi locali sotterranei che ora
profumano più che mai di resina e cera d’api.
Il fuoco scoppietta nel camino e la tavola, posta al centro della scena, è
stracolma di prelibatezze. Moscardino ha tagliato a minuscole fette le
crostate e i tortini preparati da giorni. Le ha disposte una sopra l’altra, in
pile simmetriche che sembrano arrivare al soffitto. Quanto ha lavorato
in cucina… questa sera s’è perfino infilato un grembiulone bianco per
riparare la grossa pancia dagli schizzi, poi via a tritare noci e nocciole
per i croccanti e a sgusciare mandorle per il mandorlato. Il profumo
impregna tutta la tana mentre la bocca del folletto non si arresta un
attimo: deve pur assaggiare gli ingredienti e assicurarsi che gli impasti
siano equilibrati nei sapori e nella consistenza!
Prima di vestirsi a festa, posa sopra la brace del camino un capiente
pentolone di zuppa di funghi che riscalderà i suoi invitati, non appena
faranno il loro ingresso. Fa soffriggere il prezzemolo e l’aglio
sminuzzato, poi, con grande impegno, tagliuzza a tocchetti i prelibati
porcini, che solo lui sa dove scovare in questa stagione. L’acqua da
aggiungere è già bollente, i pezzetti di pane sono già croccanti al punto
giusto.
Adesso, finalmente, può andare a prepararsi e vuol essere proprio in
vestito pulito e perfettamente stirato, ha persino i bottoni d’oro! Lì di lato
brillano un paio di zoccoletti lucidati con la resina di pino e i calzini a
righe, posati vicino, sono stranamente rammendati. Per l’occasione non
avrà il pollicione al vento!
Moscardino si sente a suo agio, si vede proprio bello ma, non contento,
con una pigna argentata si spazzola con forza i boccoletti candidi. A ogni
tirata saltella e grida < HAI >, ma non si arrende finché non sente la
chioma morbida e fluente. Solo allora la spruzza con essenza di pino
come se piovesse e, osservandosi compiaciuto, esclama: “Moscardino
sei sempre bello e tondo, ma questa sera sei la fine del mondo!”
Dopo una piroetta torna ai fornelli, pensa che adesso è tutto perfetto!
Rimane solo da guarnire la torta. Lo fa con massima attenzione perché
non vuole macchiarsi neppure con lo zucchero a velo. Maneggia
ingredienti deliziosi, e riflette: “Può essere di panna oppure di cioccolato,
può avere del biscotto o zucchero glassato; può essere croccante,
friabile o al cucchiaio, ma per la linea, si sa, è sempre un grosso guaio!
Se poi la torta è grande e farcita al mascarpone, c’è il rischio di finirla in
un solo boccone. Nei giorni di festa, quando si sta bene, quando si
gettan via i pensieri e poi pure le pene; quando vicino al fuoco il vin
broulé si beve e oltre la finestra s’adagia un po’ di neve, anche a chi per
timidezza non bussa alla tua porta, non lasciarlo da solo ma offri la tua
torta!”
Ed è a questo punto che Moscardino posa lentamente il cucchiaio e si
fa pensieroso, poi si dirige a un ripostiglio e da lì, estrae un gran cesto
munito di grossi manici, e in fretta lo colma con un po’ di crostini, qualche
fetta di torta salata, una quantità di fette di crostata… Quando straripa
di prelibatezze, il folletto si arrotola una sciarpa intorno al collo ed esce
nella sera ghiacciata.
Si dirige verso l’angolo più isolato del bosco, borbottando: “In questa
notte così speciale qualcuno sta molto bene, ma qualcuno sta molto
male. Qualcuno farà i bagordi e avrà la pancia piena ma qualcuno andrà
a coricarsi, di certo, senza cena. Con questa preoccupazione non riesco
a festeggiare ma conosco molto bene come poter rimediare. Dividere
con gli amici è un piacere appagante, ma donare a chi non conosci è
ancora più importante. Perciò in questa notte io dono con tutto il cuore,
un po’ delle mie cose, e pure tanto amore!”
Il folletto Moscardino posa la cesta per terra, sicuro di regalare a chi
passerà di lì un momento d’inaspettato piacere, poi lancia un bacio
verso il cielo e torna saltellando alla sua tana, agile come una libellula
panciuta.
Ora può accogliere gli amici e la festa può davvero iniziare!
LA FESTA
Quando in casa si prepara una festa
tutti si affannano e perdono la testa:
spolverano, spazzano, lavano per terra,
tutti sono allertati come fossero in guerra.
Prendono le tovaglie dall’ultimo cassetto,
quelle col ricamino, magari col pizzetto;
ci posano sopra i piatti bianchi di porcellana
che non si usano proprio durante la settimana.
Al centro della tavola vengon posti dei fiori
dai sublimi profumi, dagli intensi colori…
e poi via, come matti, di corsa nella cucina:
la mamma non trova il tempo per farsi un po’ carina.
Sono tante le pentole che bollono sui fornelli,
mandano certi profumi che drizzano i capelli.
Poi, in un battibaleno, l’orario è già arrivato
e avverti che qualcuno alla porta ha bussato.
Ecco che accade qualcosa e sembra una magia,
tutti insieme raccolti, allegri, in compagnia.
Ciò che riscalda i cuori, che riempie di delizia
è il caldo sentimento che dona l’amicizia!
Di Marina Rossi