Un re, tre sorelle, un uccello magico, un eremita…. Sono i protagonisti dell’Uccel Bel Verde una fiaba della tradizione trevigiana inserita da Italo Calvino all’interno della sua raccolta “Fiabe Italiane”
La fiaba era intitolata “L’augellin Belverde” nella sua stesura originale di Carlo Gozzi del 1765 e fu ripubblicata oltre due secoli più tardi da Italo Calvino. Era il 1956 quando Calvino mise insieme tutto il meglio della tradizione finalistica popolare italiana degli ultimi cent’anni. L’autore volle dare anche un’indicazione al lettore di quello chiameremmo il mood delle fiabe, raccogliendole in gruppi: “Fiabe tutte da ridere”, come Giufà, la luna, i ladri e le guardie; “Fiabe per i piú piccini”, come Gallo cristallo; “Fiabe da far paura (appena appena, non tanto)”, come Le nozze della regina e d’un brigante, ecc.
“L’Uccel Belverde” fu collocata tra le “Fiabe un po’ da piangere”, resa un po’ triste dalla solita invidia di due sorelle nei confronti della terza (per fortuna nella realtà non è sempre così!) e dalla scarsa lungimiranza di un re (in questo caso anche nella realtà…). Ma altri protagonisti, l’eremita e naturalmente l’uccellino bel verde danno l’incanto alla fiaba ed accompagnano al lieto fine. La fiaba è arricchita anche di molti elementi simbolici come l’acqua e l’albero.