Pochi giorni fa ci ha lasciato l’artista Leiji Matsumoto, padre del mitico pirata spaziale Capitan Harlock – eroe prediletto di Ocarina – ma anche di altri famosi manga giapponesi.
Nato il 25 gennaio 1938, Matsumoto ha trascorso la sua infanzia immerso nei cartoni animati americani, tanto che il suo amore per l’animazione video accompagnerà il suo lavoro per tutta la vita.
Grazie alla sua creatività e innovazione, il fumettista e animatore giapponese ha influenzato molti artisti e diffuso importanti valori di libertà e coscienza civica.
Aveva infatti solamente 7 anni, quando alla fine della seconda guerra mondiale i tragici eventi bellici lo spinsero a immaginare e illustrare storie in cui l’umanità rifiutava la guerra per costruire invece un mondo di pace. Su questo si baserà la missione di Harlock, il suo personaggio più famoso, un eroe romantico che navigava nello spazio infinito a bordo della sua nave spaziale Arcadia, un ribelle che combatteva contro la corruzione per ottenere una vita diversa e libera.
Pubblicato in Giappone dalla Akita Shōten dal 1977 al 1979, Capitan Harlock nella sua versione animata debuttò in Italia sulla RAI, nel ’79, riscuotendo immediatamente un grande successo. Harlock diventa così un’icona dell’animazione giapponese capace di emozionare intere generazioni. “Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà..”, quante volte l’abbiamo cantata davanti alla TV che proiettava le nobili gesta del più coraggioso dei pirati spaziali, annunciate dall’indimenticabile sigla di Albertelli e Tempera.
Qui potete leggere un approfondimento di the pOnd sulla sigla.
Ma Capitan Harlock non è l’unico personaggio di successo di Matsumoto. Nel 1974, Matsumoto pubblicò “Star Blazers” (La corazzata spaziale Yamato), una serie televisiva anime giapponese di fantascienza, innovativa sia in termini di trama che di animazione. La serie trattò per la prima volta temi all’avanguardia come l’ambientalismo, la pace e la tolleranza, oltre ad introdurre nuovi concetti tecnologici come la “cannonata ad onde moventi” e la “navigazione spaziale”. In Italia, le prime due stagioni di “La corazzata spaziale Yamato” furono trasmesse nel 1980 con la sigla originale americana e successivamente replicata nelle TV locali italiane con la nuova sigla d’apertura “Star Blazers” cantata da Gli Argonauti
Le avventure spaziali di Matsumoto non finiscono con Capitan Harlock e Star Blazers. Sempre nel 1977 pubblicò Galaxy Express 999 un manga ambientato in un lontano futuro, che ha come protagonista il giovane orfano chiamato Tetsuro Hoshino. Il ragazzo si imbarca per un viaggio sul treno intergalattico Galaxy Express 999 diretto verso il pianeta Andromeda per ottenere un corpo meccanico immortale e vendicare la morte della sua madre.
Bellissima ed emozionante anche la sigla Galaxy Express 999, realizzata degli Oliver Onions, gruppo musicale italiano di Roma formato dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, La stessa base musicale, ma con un testo diverso venne usata come colonna sonora del film “Bomber” con Bud Spencer
Nel 1978 Matsumoto produsse la serie televisiva anime Starzinger, conosciuto anche come Spaceketeers in inglese.
La trama racconta le le avventure di tre giovani astronauti che lottano per salvare il loro universo dalla minaccia del malvagio Impero di Gavanas. Con l’aiuto della loro astronave e del loro robot gigante, i tre protagonisti combattono contro l’esercito di Gavanas in una serie di epici scontri spaziali.
Starzinger è una delle prime serie ad essere trasmessa in tutto il mondo e ha ottenuto un grande seguito tra i giovani di quegli anni. Anche la sigla italiana incisa dai Superobots e scritta da Giancarlo Balestra, sulla musica originale della sigla giapponese, è ancora oggi molto amata.
Il legame tra Matsumoto, le sue animazioni e la musica non finiscono qui. In tempi molto più recenti Matsumoto ha collaborato con i Daft Punk, loro stessi grandi fans del maestro tanto da dichiarare: “At around the age of 5 years old, we would watch Captain Harlock,” they explained. “The music we have been making must have been influenced at some point by the shows we were watching when we were little kids.”. Il duo francese di musica elettronica ha commissionato a Matsumoto la realizzazione dei video di tutte le canzoni dell’album Discovery, dando vita a 14 video che sono stati combinati per dare vita al film del 2003 Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem. Il film è stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 56° Festival di Cannes.
Le canzoni utilizzate nel film in ordine sono: One More Time, Aerodynamic, Digital Love, Harder, Better, Faster, Stronger, Crescendolls, Nightvision, Superheroes, High Life, Something About Us, Voyager, Veridis Quo, Short Circuit, Face To Face e Too Long.
Ecco qui il video della hit One More Time: