Usciva nel 1963 The Pink Panter di Blake Edwards, primo di una lunga e fortunata serie di omonimi film.
Il nome si riferisce ad un preziosissimo e particolare diamante dai riflessi rosati sul cui furto ruota tutto lo svolgimento del film con la lotta tra il goffo ispettore clouseau (un geniale peter sellers) e la scaltra ‘Primula’, probabilmente il playboy inglese sir Charles Lytton (david niven).
Si tratta di una commedia unica nel suo genere, elegante, intelligente ed ironica, capace di combinare sapientemente suspence e humor, equivoci e colpi di scena. Senz’altro adatta a tutta la famiglia.
La sigla iniziale e quella finale vennero commissionate ad Isadore “Friz” Freleng, già autore Disney (Alice nel paese delle meraviglie) e Warner dove fu ideatore di personaggi iconici come Titti e Silvestro e Speedy Gonzales.
Freleng e gli altri animatori vollero interpretare in modo assolutamente creativo lo spirito del film immaginando il personaggio animato che racchiudesse in sé alcune delle caratteristiche degli attori più popolari degli anni ‘60: l’eleganza di Cary Grant, l’impertinenza di James Dean e venne dato al personaggio anche la mimica inconfondibile di Buster Keaton. Questa fu la genesi del cartone animato della Pantera Rosa.
Infatti, in seguito al grande successo della sigla animata, la società di distribuzione permise di produrre un cortometraggio animato con il personaggio della Pantera, intitolato The Pink Phink
Il cartoon vinse l’Academy Award nel 1965, così i creatori decisero di realizzare un’intera serie.
The Pink Phink (tradotto in italiano La kosa rosa) è stato il primo corto animato con protagonista la Pantera Rosa, uscì nelle sale il 18 dicembre 1964 con un grande successo tanto da essere seguito da una serie di altri 123 corti prodotti fino al 1980.
Una nuova serie di 60 episodi fu poi pubblicata a partire dal 1993, riproponendo questo amato personaggio ad una nuova generazione di bambini.
L’audio gioca un ruolo fondamentale in questo successo. La Pantera Rosa è unica in effetti per la sua mancanza di dialogo verbale. Con le sue espressioni facciali e i gesti del corpo, comunica emozioni e intenzioni in modo straordinariamente efficace. Il suo mondo è pieno di situazioni comiche e spesso surreali, in cui si trova coinvolta in scambi di gag con il suo acerrimo nemico, l’ispettore Clouseau.
Ma ciò che fece diventare La Pantera Rosa un vero e proprio cult furono le note di Henry Mancini, uno dei più grandi compositori di musiche per film con 4 premi Oscar (Colazione da Tiffany) e 18 candidature, tra cui proprio la sigla della Pantera Rosa. Mancini seppe infatti interpretare e accompagnare magistralmente le movenze del personaggio animato contribuendo a determinarne la sua personalità inconfondibile.
La sigla diventerà una delle musiche più riconoscibili e amate nella storia del cinema. Dalla melodia jazz raffinata, ma anche allegra e leggera, la canzone continua ad essere amata da grandi e piccini a livello mondiale, ancora 60 anni dopo. È quasi impossibile non associare immediatamente questo motivo all’immagine elegante e stravagante del personaggio rosa.