Quando guardiamo un film, ascoltiamo un audio-libro, diamo per scontato tutti quei suoni che non riguardano le voci o la musica, ma che ascoltiamo in sottofondo e che sono spesso connessi ad azioni dei personaggi come passi e movimenti vari, ma anche suoni ambientali, o effetti sonori più complessi. Una donna che si spazzola i capelli, il caffè che viene su, l’acqua che scende dalla doccia, i passi sul parquet, ecc, sono tutti dettagli a cui spesso non facciamo caso, ma dietro ai quali si cela un lavoro certosino, quello del rumorista, che dà vita ad una vera e propria colonna sonora parallela a quella tradizionale e senza la quale ogni scena perderebbe la sua forza comunicativa.
Nascita e diffusione della Foley Art
I rumoristi o Foley artist, sono veri e propri professionisti fondamentali per la realizzazione di un prodotto video. Il nome deriva Jack Donovan Foley, noto per aver sviluppato già nei primi del 1900 numerose tecniche per la realizzazione degli effetti sonori utilizzati in cinematografia, tutt’ora fedelmente applicate. La sua genialità è proprio quella di aver intuito che un diverso utilizzo di semplici oggetti di uso comune potesse essere sfruttato per riprodurre un’infinità di suoni. Un esempio? Per fare il rumore di un cazzotto Foley dava il pugno ad un elenco telefonico o ad un pollo arrosto!
La tradizione di inventare suoni con oggetti di uso comune è proseguita fino ai giorni nostri con risultati spesso straordinari. Basti pensare che il suono delle spade laser di Star Wars deriva dall’interferenza di un televisore con un microfono non schermato. Muovendo il microfono il suono variava proprio a descrivere il movimento della spada.
A partire dal dopoguerra, ovvero con la nascita del doppiaggio, il mestiere del rumorista assumerà un ruolo di sempre maggior rilievo all’interno dell’industria cinematografica, con la nascita anche di apposite scuole e corsi che hanno portato gli operatori del settore a considerare quella del “fare rumori” un’arte. Purtroppo, però, per il momento, l’ufficiale riconoscimento artistico non è ancora arrivato, e per esempio in Italia, attraverso l’Associazione Creatori di Suoni, i rumoristi nostrani stanno lottando per vedersi garantiti i diritti d’autore connessi al loro lavoro e alle loro intuizioni.
Il mestiere del rumorista
Prima di iniziare la lavorazione, il rumorista vede il film insieme al regista, ascoltando la colonna guida in modo da ricreare suoni il più possibile simili all’originale e che corrispondano alle esigenze del regista. Si passa poi alla registrazione dei rumori, che viene realizzata in una sala d’incisione con l’aiuto di un fonico, il quale ha il compito di controllare la qualità e il livello di registrazione dell’audio. Si tratta quindi di un lavoro certamente faticoso, poiché necessita di restare chiusi per molte ore al giorno in una stanza e fare e rifare tutti i movimenti dei personaggi del film, il più possibile sincronizzati con le immagini che passano sullo schermo. Ma anche un lavoro divertente e creativo. Nella sala di un rumorista si possono trovare campanelli, ghiaia o terra, decine di paia di scarpe diverse, oggetti di uso domestico come semplici mestoli alle armi da fuoco…
E proprio il fantastico lavoro del rumorista è descritto nello short video “The Foley Artist” diretto da Oliver Holms, premiato dal Berlin Fashion Film Festival nel 2015. Nel video un professionista del suono riproduce tutti i rumori di una ragazza che si sveglia e si prepara per uscire. Avreste mai pensato, per esempio, che per riprodurre il gorgogliare della moka c’è un uomo che soffia con una cannuccia in un bicchiere? O che il fruscio dei vestiti tirati fuori dall’armadio è realizzato grazie a dei ventagli?
Questi sono solo alcuni piccoli trucchi che i rumoristi utilizzano per dare pieno realismo alle scene dei film.