La musica può aiutare i bambini piccoli ad imparare a parlare. Cullarsi con le ninne nanne, ballare e giocare ascoltando canzoni può, infatti, aiutare a riconoscere il ritmo delle parole. A dimostrarlo è uno studio della University of Washington’s Institute for Learning & Brain Sciences (I-LABS) pubblicato sulla rivista Pnas, secondo cui i bambini potrebbero trarre beneficio da lezioni di musica già prima del compimento del primo anno.
Così come un brano musicale, il linguaggio parlato è altrettanto ritmico. Il tempo che intercorre tra le sillabe aiuta a definire i suoni e a capire le parole, ma anche la capacità di riconoscere le differenze nei suoni parlati aiuta i bambini ad imparare a parlare.
Lo studio scientifico portato avanti dai ricercatori di I-LAB ha previsto un monitoraggio, durato un mese, di 39 bambini (età media 9 mesi) che hanno partecipato con i loro genitori a 12 sessioni di gioco di 15 minuti ciascuna.
20 bambini sono stati coinvolti in attività musicali: insieme ai genitori ascoltavano alcune canzoni in terzine (un tempo difficile da seguire), come il valzer e in contemporanea battevano il ritmo su un tamburello. (Qui puoi guardare il video di una sessione di musica).
Per gli altri 19 bambini monitorati sono state organizzate sessioni di gioco dove non era richiesto l’ascolto musicale: hanno giocato con le macchinine, con costruzioni e altri oggetti che non richiedevano movimenti coordinati con la musica
In entrambi i gruppi sono state quindi proposte esperienze che prevedevano il coinvolgimento attivo e la relazione con gli altri, così come il movimento del corpo, tutte caratteristiche che aiutano ogni soggetto nell’apprendimento. La differenza fondamentale consisteva nel coinvolgimento dei bambini in giochi ed attività che prevedevano la musica o al contrario la sua assenza .
Dopo una settimana che il monitoraggio era stato concluso, gli studiosi hanno di nuovo incontrato le famiglie per confrontare l’attivazione della corteccia uditiva e della corteccia prefrontale – due aree cerebrali importanti per le capacità cognitive – nei bambini che avevano partecipato a lezioni di musica con quella rilevabile in bambini che invece avevano partecipato a incontri di gioco senza musica.
E’ stato così scoperto che i bambini allenati a ritmo di musica sanno riconoscere meglio non solo le alterazioni del ritmo musicale, ma anche quelle del ritmo delle parole. Ciò suggerisce che le lezioni di musica aiutano i bambini a migliorare la loro capacità di riconoscere schemi all’interno dei suoni.
“La percezione degli schemi è un’abilità cognitiva importante – spiega Patricia Kuhl, coautrice dello studio – I bambini sperimentano un mondo complesso in cui i suoni, le luci e le sensazioni cambiano continuamente. Il lavoro del bambino è riconoscere gli schemi di attività e predire cosa accadrà dopo”.
“Il nostro studio è il primo condotto fra i bambini piccoli a suggerire che ascoltare uno schema ritmico sotto forma di musica possa migliorare anche la capacità di rilevare e fare previsioni sugli schemi ritmici del linguaggio parlato – sottolinea Christina Zhao, l’altra autrice dello studio – Ciò significa che il coinvolgimento precoce in esperienze musicali può avere un effetto più globale sulle abilità cognitive”.