Portatile, rotonda, colorata, in molti paragonano Ocarina alla versione contemporanea del vecchio caro mangiadischi degli anni ’70. Paragone a noi molto gradito, visto che da piccoli ne siamo stati assidui utilizzatori.
Per tutti i bambini e i ragazzi di quegli anni, il mangiadischi fu, infatti, una vera rivoluzione. Grazie a questo apparecchio, ovvero un giradischi portatile automatico, era possibile ascoltare tutto quello che si desiderava. Al suo interno venivano inseriti i 45 giri (ovvero i vinili con 178 millimetri di diametro e una velocità di 45 giri al minuto) contenenti audio -fiabe, canzoncine per bambini, le mitiche colonne sonore dei cartoni animati ma anche album di artisti per adulti. Si passava così da “Furia Cavallo del West” a canzoni cult come “Dove sta Zazà” di Gabriella Ferri. Spesso l’educazione musicale partiva proprio da lì…
Il primo modello di mangiadischi è da ricondurre alla Irradio, azienda produttrici di apparati fonografici fondata nel 1930 a Milano da Franco Corrado Bonifacini. Quest’ultimo dopo un viaggio negli Stati Uniti, volle investire parte delle finanze dell’attività familiare nel lancio di apparati di riproduzione audio. Nel 1966 l‘Irradio chiese così all’architetto e designer Mario Bellini di disegnare un giradischi portatile, versatile, robusto e innovativo nella forma, rivolto prevalentemente agli adolescenti, grandi consumatori di dischi.
Bellini creò un oggetto mai visto fino ad allora, che diventò simbolo di una intera generazione. Una scatola compatta, con una “bocca” che “mangiava” il disco iniziandone automaticamente la riproduzione. Il suono usciva dalla cassa acustica integrata e la cosa più incredibile è che funzionava a batteria e quindi poteva essere trasportato ovunque. “Il mangiadischi suona sempre e comunque, si tenga per mano passeggiando o si posi dritto, di fianco o capovolto coerentemente; appena finito di suonare sputa il disco ed è pronto a ricominciare” – raccontava Bellini.
L’apparecchio fu denominato Irradiette, nome che però venne successivamente mutato in Fonorette.
Tra il 1975 e il 1988 si diffonde poi il famoso Musicalsound Penny (anche esso disegnato da Bellini) con un aspetto compatto e con dei buchi nella parte al di sopra dell’altoparlante e una scelta di colori ancora più vasta: arancione, celeste, rosso, verde, giallo. Una linea pop, giocosa, allegra.
Nacque poi il Pop 45 Minerva, i Wilco (“Chicco”,“Corallo”, “Pepito”), Geloso “Radiophonobox” …
L’era del mangiadischi era però destinata a tramontare…ben presto agli inizi degli anni ’80 si diffusero le musicassette a nastro magnetico che diventarono sempre più utilizzate sia perché più versatili e ridotte nelle dimensioni sia per gli innumerevoli registratori/riproduttori messi nel mercato. Fu il walkman Sony a consacrarne il successo fino a quando il cd e la musica digitale le hanno relegate nel dimenticatoio.
Ma qui inizia un’altra storia…