Fin dal periodo prenatale, il feto è in grado di percepire i rumori, i suoni, le voci non solo attraverso l’apparato uditivo ma anche attraverso le sensazioni ricevute da tutto il corpo, con le vibrazioni.
E’ ormai ampiamente dimostrato la sua capacità di riconoscere la voce della madre al settimo mese di gravidanza e preferirla alle altre subito dopo la nascita, così come di riconoscere le melodie che sono state ascoltate durante il periodo gestazionale o le canzoni che gli sono state cantate.
La voce materna, il contatto, il suono, rappresentano un ponte e un collegamento, che possono dare continuità tra la vita prenatale e quella postnatale e fungere da rassicurazione per il neonato, in un mondo esterno ancora a lui estraneo.
La voce, quale strumento di relazione, è canale di connessione e sintonizzazione con l’altro ed il baby-talking, in particolare, rappresenta un dialogo emotivo-musicale e di co-regolazione reciproca. Attraverso questa prosodia, ma anche attraverso la comunicazione visuo-facciale, il contatto e la gestualità, genitore e bambino scandiscono un ritmo, come in una danza, dove si modula e si modifica il comportamento di ognuno per adattarsi vicendevolmente all’altro.
L’accudimento e la relazione possiedono una ritmicità. Ci sono i suoni e ci sono i silenzi, ci sono dei tempi e ci sono delle pause. C’è un andamento, una cadenza, una regolarità, come nella musica.
Quest’ultima, rappresenta un canale comunicativo non verbale, emotivo e relazionale, che può diventare uno degli strumenti attraverso cui stabilire un contatto con il proprio bambino. Può accompagnare momenti particolari della vita quotidiana, per creare una ritualità che lo rassicurano durante le sue fasi di crescita, rafforzando la rete di scambio con l’adulto ed il legame affettivo che cresce giorno dopo giorno.
Una melodia rilassante, può aiutare a calmare e attenuare gli stati di tensione, riducendo i livelli di attivazione dell’organismo (battito cardiaco, respirazione, pressione arteriosa etc) o creare un’atmosfera per condividere coccole e tenerezze; una ninna nanna, può accompagnare e guidare il bambino durante l’addormentamento e il sonno; una filastrocca o una canzoncina, può diventare momento di scoperta, di gioco, di stimolazione, di apprendimento.
Cantare ed ascoltare musica insieme diventa un occasione di scambio e di condivisione che permette al bambino di sviluppare diverse abilità, non solo legate alla comunicazione e al linguaggio, ma anche legate all’attenzione, alla concentrazione, alla memoria, alla sfera psico-emotiva e relazionale.
Portare la musica nel mio mondo professionale di psicologa e di insegnante di massaggio infantile, come strumento facilitatore di relazione è stato naturale ed ha arricchito le esperienze dei gruppi dopo-parto, rendendole ancora più uniche e speciali.
Durante il massaggio, ognuno impara a mettersi in ascolto del proprio sentire e di quello dell’altro, ad osservare ed osservarsi, a muoversi e fermarsi a seconda dei bisogni e delle necessità di ciascuno e la musica può diventare un ulteriore canale di connessione con il proprio bambino.
Il tocco ed il contatto possono essere accompagnati da una musica di sottofondo che può essere modulata e scelta a seconda del momento, delle preferenze e dello stato d’animo.
L’effetto del tocco e del contatto penetra all’interno della persona e si diffonde per tutto il corpo. La musica, allo stesso tempo, penetra attraverso le vibrazioni e le sensazioni che suscita, diffondendosi nell’area e creando un’atmosfera di benessere e piacevolezza. Può diventare così, una una sorta di “ contenitore emotivo e sensoriale” che amplifica e rende ancora più completa l’esperienza vissuta con i propri figli, dove ogni momento è scandito da suoni e da silenzi che coinvolgono tutto il sistema sensoriale. La melodia può aiutare a raggiungere uno stato di calma e rilassamento, i silenzi danno modo di mettersi in ascolto del respiro, dei vocalizzi del proprio bambino, del pianto, raggiungendo una sintonizzazione, un’intimità ed una complicità ancora più forte.
Il genitore e il bambino possono così vivere il loro incontro quotidiano, il loro stare insieme nel “qui e ora”, avvolti da una sfera sonora, costruendo il loro bagaglio di esperienze e di ricordi musicali, unico, speciale e personale che li accompagnerà per tutto il percorso della loro vita.
Ringraziamo per la sua testimonianza, la dott.ssa Valentina Svelto, psicologa- psicoterapeuta e insegnante di massaggio infantile.